dal nostro inviato – “Il Governo continua con una politica fatta di manovre poco equilibrate andando a colpire sempre il settore degli apparecchi da intrattenimento e nascondendosi dietro una lotta alla ludopatia poco concreta, visto che non è stato fatto nulla per tutelare i giocatori”. E’ quanto ha detto ad Agimeg Raffaele Curcio, presidente di SAPAR, l’Associazione Nazionale Servizi Apparecchi per le Pubbliche Attrazioni Ricreative, in occasione della manifestazione, che ha visto la presenza di oltre 500 persone, che si è tenuta oggi pomeriggio in Piazza Montecitorio contro la Manovra correttiva. “Si sta colpendo una filiera che ha fatto molto per debellare il gioco illegale. Ora si punta invece a portare nuovi casinò sul territorio. Noi chiediamo da tempo che la riduzione degli apparecchi venga accompagnata da una riforma organica del settore del gioco. Il rischio per l’occupazione è altissimo. La nostra Filiera rappresenta oltre 100mila persone, ma considerando l’indotto si mette a rischio l’economia di circa 300mila persone. Non si può andare avanti così. Non c’è nessun impegno per gli investimenti. Per aggiornare il parco macchine sono stati spesi 600milioni, per il ricambio apparecchi, per cambiare payout. Ora un nuovo cambio è ingestibile in un momento di crisi profonda”, ha concluso. “Un altro aumento del Preu è una mossa insostenibile – ha replicato anche Domenico Distante, vice presidente vicario di Sapar – per chi deve fare i conti con una concorrenza illegale che lavora senza pagare le tasse che paghiamo noi e senza fare tutti i controlli che noi effettuiamo per garantire la sicurezza dei giocatori. Colpiscono aziende che portano economia sul territorio e si punta solo a favorire l’online”. “La riduzione delle slot non è un problema – ha dichiarato il presidente di Agcai, Benedetto Palese – Lo abbiamo chiesto noi. Il problema è la tassazione che doveva essere distribuita su tutti i giochi. Questo governo vuole ammazzare la filiera. Per fare una macchina non pericolosa il Governo dovrebbe abbassare le pretese. Siamo pronti a spegnere le macchine visto che non possiamo più pagare gli operai. Il settore rischia di finire nell’illegale. Dico come provocazione: a queste condizioni da domani sono pronto a passare all’illegale”. cz/AGIMEG