L’ennesimo nuovo aumento del Preu per Slot e Vlt, nella bozza del decreto fiscale, fa scattare l’ultimatum dei concessionari di gioco. In una lettera che ha scritto Acadi (Associazione Concessionari di Giochi Pubblici), presieduta da Geronimo Cardia inviata al Premier Giuseppe Conte, al Ministro dell’economia, Roberto Gualtieri e al Direttore dell’Agenzia Dogane e Monopoli, Benedetto Mineo, viene prospettata “l’apertura di procedure di mobilità che interesseranno varie centinaia di lavoratori” e una durissima battaglia nei tribunali al fine di “tutelare gli interessi delle aziende e il rispetto dei contratti di concessione sottoscritti”. I concessionari aderenti ad ACADI (Admiral Gaming Network, Cirsa Italia, Gamenet, HBG, Lottomatica Videolot Rete, NTS Network e Snaitech), che rappresentano oltre il 70% del sistema di controllo del gioco regolamentato in Italia, denunciano “i gravi rischi esistenti dall’introduzione di ulteriori incrementi del Preu sulle AWP e VLT, nonché di altre misure di prelievo a vario titolo, come previsto dall’iter di bilancio in corso”. Le tre principali conseguenze del dettato normativo sono “la tenuta delle aziende del settore ed il conseguente rischio occupazionale, la riduzione del gettito erariale e l’incremento del gioco illegale”. I concessionari ricordano come nei soli 15 mesi passati “il comparto apparecchi e la sua filiera sono stati oggetto di un triplo aumento del prelievo”, andando a modificare “radicalmente le condizioni delle concessioni assegnate con gare pubbliche”. Con gli ulteriori inasprimenti della tassazione, si arriva ad un prelievo sui ricavi del 75% per le AWP e del 62% per le VLT, ma i concessionari ricordano anche di aver “già versato oltre 900 milioni a inizio affidamento”. Nel maggio 2018 l’Ufficio Parlamentare di Bilancio denunciava che gli aumenti delle aliquote a fronte di una domanda di giochi che mostra generalmente una elevata elasticità al prezzo e, soprattutto, la riduzione dei punti di vendita “potrebbero comportare una significativa flessione della raccolta complessiva, indebolendo la stabilità economica della filiera e causando una riduzione delle entrate erariali”. Tale condizione, oltre a rischiare di non garantire più il gettito, “coinvolgerà inesorabilmente migliaia di aziende e di lavoratori della filiera del comparto, a cui esprimiamo tutta la nostra solidarietà. Alla luce delle suddette considerazioni, si rende necessario un incontro urgente con il Governo”, conclude la nota. lp/AGIMEG