Le prime anticipazioni sui possibili interventi, all’interno della Manovra di Bilancio 2025, riguardanti il settore del gioco pubblico, hanno suscitato interesse e dubbi tra operatori e tecnici. In particolare vanno esaminate le situazioni della ipotizzata sanatoria dei Centri Trasmissione Dati (CTD) e della gestione dei Punti Vendita Ricariche (PVR). Ecco alcune criticità, sulle anticipazioni pubblicate da Agimeg, esaminate dal Noto Canadese, esperto di gioco dal punto di vista tecnico e legale.
PVR, CTD sanatorie e condizionamenti del mercato
Dal 2016 ad oggi, sul mercato italiano del Gioco e Distanza e dei Diritti Sportivi si sono susseguiti eventi fortemente distorsivi, talvolta al limite del rispetto delle norme europee sulla concorrenza.
Intendiamoci, parliamo di uno dei mercati meglio regolamentati e preso a modello da molti Paesi ma che si è sempre e comunque esposto a ricorsi, interpretazioni, battaglie legali che hanno finito col creare meccanismi perversi ai quali i concessionari si sono dovuti adattare e che allo stesso tempo ha portato valore a chi ha saputo rimanere fuori dalle regole e resistere. Insomma un fatto di per se stesso distorsivo e a maggior ragione negativo per le aspettative del comparto.
Nel 2014, la sanatoria dei cosiddetti CTD accolse sul mercato Operatori che agivano con licenze estere ma che presidiavano capillarmente il territorio con vere e proprie Agenzie Scommesse. La sanatoria consentì a chi prima era considerato, a torto o a ragione, illegale, di monetizzare una posizione presa “fuori dalle regole condivise”: prova ne sono i valori raggiunti nel tempo da queste aziende.
Ad essere penalizzati furono quegli operatori che le regole le avevano rispettate: nel 2014 furono sanati i CTD e non anche i PVR, i punti vendita ricariche che invece erano dentro al circuito legale, seppure con mille contrasti e interpretazioni della norma.
Il 2016 è l’anno in cui si sarebbe dovuto indire il Bando per l’assegnazione dei Diritti Sportivi e quello per le Licenze del Gioco a Distanza (almeno la gran parte). Nove anni dopo, esattamente il tempo di durata di un Bando di assegnazione, i Diritti e le Licenze Telematiche sono in capo a chi già le deteneva, mentre l’unico modo di entrare sul mercato è rimasto quello di acquisire le compagnie già presenti.
Il 2017 è l’anno del Decreto Dignità che, di fatto, impedisce ad un nuovo operatore qualunque forma di acquisizione di clienti. Giusto o sbagliato che fosse, questo ha chiuso ulteriormente alla possibilità di avere concorrenza perché un nuovo operatore avrebbe dovuto acquisire un vecchio operatore senza possibilità di farlo crescere. Nell’anno del lockdown COVID il telematico ha accelerato la sua crescita in modo esponenziale.
Nel 2025 è atteso il Bando del Telematico ma non quello dei Diritti Sportivi: va a penalizzare le Skin e i PVR, riduce il numero di concessionari e di fatto chiude ulteriormente al mercato: perché un operatore dovrebbe partecipare se non può acquisire e non può disporre delle Agenzie o dei Corner?Tanto è vero questo che si ipotizza che alcuni Paesi membri abbiano sollevato eccezioni ai principi di concorrenza che dovrebbero ispirarlo.
Ancora più distorsivo è l’elemento “sanatoria” dei CTD di cui si parla: dopo quella del 2014, riaperta nel 2015 esistono ancora dei CTD che hanno proseguito l’attività fuori dal circuito ADM? E’ quindi corretto consentire di nuovo di ottenere enormi valorizzazioni patrimoniali a chi è rimasto fuori per tutto questo tempo?
Alla luce del Bando bloccato, si potrebbe rispondere di sì: se un Bando scade e non ne indici un altro, non mi restano che PVR (pienamente legali) e CTD (vecchia diatriba legale sulla quale non possiamo entrare in questo contesto ma che certamente non pagano le tasse in Italia). Dall’altra parte, chi è rimasto dentro le regole oggi si trova un costo di licenza da 7 milioni e penalizzato da un mercato chiuso e reso ancora più ostile dal Decreto Dignità.
La Sanatoria presuppone che emergano situazioni considerate “illegali” e il paradosso è che rischia di penalizzare chi non ha nulla da sanare. Sarebbe più giusto scriverla diversamente e chiamarla: “processo autorizzativo temporaneo” in cui sia i CTD (da sanare) sia i PVR (che invece sono nel circuito) possano entrare sul mercato dei Diritti Sportivi pagando una Fee di ingresso e in attesa che finalmente venga indetto il Bando per i Diritti Sportivi.
Diversamente e certamente non per la prima volta, si penalizzano gli operatori che hanno rispettato le regole e si privilegiano quelli che hanno resistito sulle proprie posizioni al di fuori del sistema (a torto o a ragione, ribadiamo non è questo il contesto in cui va chiarito il fatto).
Esistono sul mercato sia quei CTD che non hanno sanato o che sono entrati dopo la sanatoria del 2014 e la replica del 2015, sia dei PVR altoperformanti che oggi non possono diventare Agenzie.
Esistono operatori che con 100-150 diritti potrebbero partecipare anche al Bando del Gioco a Distanza aumentando gli incassi dello Stato e garantendo più concorrenza di quella che i Paesi membri vedono oggi rappresentata dal testo inviato a Bruxelles.
Nove anni senza Bando, il Decreto Dignità, il testo del nuovo Bando con licenze a 7 milioni di euro, eliminazione delle Skin e annichilimento dei PVR erano già un colpo mortale alla concorrenza, aggiungerci una sanatoria discriminante per chi le regole le ha rispettate, può addirittura sembrare diabolico? Certamente è distorsivo e questo mercato, oggi più che mai, ha bisogno di chiarezza. nc/AGIMEG