Manifestazione ‘rosa’, Campanella (EMI Rebus): “Dicono che le aperture sono ancora lontane, ma il settore del gioco è al collasso”. IL VIDEO

“Ieri siano stati ricevuti dal sottosegretario al Mef Claudio Durigon, ci ha assicurato che saranno elargiti degli indennizzi per le imprese calcolati sull’annualità 2019 rapportata al 2020. Se c’è stata una perdita del 30%, si avrà diritto al 40%. Inoltre verrà abolito il meccanismo basato sui codici Ateco, per far arrivare quanto prima a tutte le imprese l’indennizzo. Per quanto riguarda invece le casse integrazioni, chi non le ha ricevute dovrà fornire nome cognome e codice fiscale”. Lo ha detto Antona Campanella, presidente di EMI Rebus e principale organizzatrice della Manifestazione Rosa dei lavoratori del comparto dei giochi, intervenendo sul palco per riassumere quanto successo ieri. Campanella ha però immediatamente smorzato l’entusiasmo affrontando il nodo centrale delle riaperture: “La riapertura pare sia ancora lontana, o per lo meno sarà legata all’indice dei contagi. Io continuo a chiedermi perché siamo chiusi mentre tutto il resto va avanti nella normalità. Si stanno discriminando alcune attività, alcuni settori, questo è inconcepibile”. E quindi sulle richieste che intende avanzare adesso: “Oggi noi vogliano essere ricevuti da questo Governo, vogliamo lavorare. Qualcuno in questo Palazzo, per rispetto verso i lavoratori, ci deve ricevere, non è possibile che siano sempre impegnati. C’è chi dice che con la consapevolezza che ha portato questa pandemia, bisogna fare un passo indietro, accettare la chiusura. Aveva un senso a marzo, quando sono stati chiusi tutti i settori. Quello del gioco però è fermo da ottobre, sono passati un mese, poi due mesi, e così vi fate il Natale, vi fate la Pasqua… ma noi siamo disperati, stiamo fallendo, e se falliamo noi fallite anche voi. Tutte le attività che producono, portano avanti l’Italia, state distruggendo l’Italia”. E ancora: “Io chiedo di essere ricevuta dal Presidente del Consiglio, perché non dovrebbe farlo? Rappresentiamo un indotto importante, siamo 150mila dipendenti, rappresentiamo – o meglio rappresentavamo – il terzo settore erariale. Perché quello che non stiamo raccogliendo sta andando nelle casse della criminalità organizzata, state distruggendo un presidio di legalità. Finché questo Governo non capirà che non possono esistere due livelli, che siamo tutti cittadini, che non si fanno gli interessi di Palazzo, non ne usciremo. Presto ci ribelleremo, siamo alla fame cosa dobbiamo raccontare ai nostri figli, quando tutto il resto intorno a noi è a regime. Se gli altri sono aperti, dovete aprire immediatamente anche noi”.

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