“Il gioco d’azzardo in Veneto è ripartito il 19 giugno, per ordinanza di Zaia. La Regione Veneto era intervenuta con una legge di contenimento del fenomeno, ma si è rivelata inefficace introducendo vincoli non applicabili a quella in vigore bensì alle sole nuove installazioni. Praticamente quasi a nessuno. Una legge ipocrita, leghista-style, allo scopo d’avere l’alibi di essersene occupati, senza scalfire minimamente il fenomeno della ludopatia”, ha detto Enrico Cappelletti (M5S), candidato presidente alla Regione del Veneto. “Riaprono dunque, dopo oltre 3 mesi di chiusura forzata, le sale Slot e Vlt, agenzie di scommesse e le “macchinette” in molti bar sono nuovamente accese. Il fatturato? Oltre 108 miliardi nel 2019 di cui oltre 6 miliardi in Veneto. Tutto ciò nonostante i nuovi divieti di pubblicità, lo spegnimento di un terzo delle slot machine e nonostante i regolamenti limitativi adottati in 600 Comuni”, ha aggiunto. “Un numero crescente di concittadini soffre di dipendenza patologica. Il disturbo da gioco d’azzardo raggiunge i numeri di una profonda epidemia: circa un milione e mezzo di soggetti sottomessi al gioco d’azzardo. Mi rivolgo ai veneti che potrebbero avviarsi al gioco oneroso anche solo per curiosità, purtroppo molti sono genitori, con un accorato appello: se siete riusciti ad astenervi dal gioco per 3 mesi, potete non tornare vittime di una trappola distruttiva nell’animo e nei rapporti sociali”, ha continuato. “Il Veneto a 5 Stelle tutelerebbe tutti i cittadini dal gioco patologico mentre le attuali leggi regionali sembrano tutelare solo il business miliardario”, ha concluso. cdn/AGIMEG