Fabio Lo Surdo è nato a Roma e ha 63 anni. Forse tra gli ultimi ad essere colpito da poliomelite, anche se in carrozzina non ha perso la voglia di girare Roma e il mondo. Si definisce jazzista, giallista, poeta e, chiaramente, artista. Al laboratorio d’arte di Sant’Egidio a Vigne Nuove ci si esercita spesso sui maestri.
Fabio si soffermò sull’albero rosso di Mondrian, Sera (albero rosso) 1908-1910. Fu così che scoprì la sua capacità di controllare il tratto a matita e la sua predilezione per le linee contorte. Iniziò così una serie di studi di alberi, in cui la fase grafica complessa soprattutto nella zona dei rami, veniva “preservata” da una pellicola che – dopo la stesura del colore – veniva rimossa.
Dopo il primo, ripreso da Mondrian, gli altri alberi sono stati creati da Fabio senza guardare più modelli. Quando si è affrontato il tema della città, Fabio ha potuto riproporre le sue linee che si intrecciano guardando al sottosuolo, all’intrecciarsi di fili e tubi che portano alla superficie acqua luce gas e connessioni internet. Come le radici dei suoi alberi.
cdn/AGIMEG