Il CEN (Comitato Europeo di Normazione) ha dato il via libera all’inserimento nel programma di lavoro del comitato tecnico CEN/TC 456 Online gambling di un progetto di norma sul gioco responsabile e i comportamenti di gioco problematico.
Tutto parte da una proposta dell’European Gaming & Betting Association EGBA sugli indicatori da considerare per valutare se un giocatore online è a rischio o mostra già i segnali di comportamento problematico, proposta per la quale l’Italia (UNI era rappresentato da un esponente dell’Associazione LOGiCO) ha votato a favore.
Il CEN/TC 456 avrà il compito di creare nuovi standard partendo dai behavioural markers of harm, cioè dagli indicatori comportamentali sviluppati dall’EGBA che permettono ai concessionari del gioco legale di individuare tempestivamente i sintomi della compulsione nei giocatori o scommettitori e di intervenire in tempo per prevenirli e contrastarli.
A livello nazionale, i lavori saranno supportati dalla commissione tecnica “Servizi” di UNI, la quale ha già curato la pubblicazione della norma UNI EN 17531 “Segnalazioni in supporto alla supervisione dei servizi di gioco d’azzardo online da parte delle Autorità di Regolamentazione del gioco d’azzardo degli Stati membri”.
“Siamo noi i primi a voler agire, sia a livello regolamentare che pratico, ben prima che il gioco si faccia problematico – spiega Moreno Marasco presidente di LOGiCO e rappresentante UNI nel CEN/TC 456 – sia perché ne sentiamo la responsabilità, sia perché la compulsività è un danno anche per l’attività dei concessionari del gioco legale online. Pur avendo già attuato diverse misure di prevenzione e controllo grazie all’utilizzo della tecnologia, fatta di sofisticatissimi software, applicata al gioco online, siamo convinti che la normazione tecnica a livello europeo possa essere un ulteriore alleato nell’offerta di gioco responsabile”.
“Una norma che aiuti a interpretare il comportamento dei giocatori online può proteggere le persone a rischio dalle conseguenze della degenerazione del gioco in patologia, auspicabilmente raggiungendo anche l’obiettivo di ridurre (se non eliminare) il fenomeno della dipendenza e degli enormi danni sociali connessi” – afferma Giuseppe Rossi, Presidente UNI. “Considero quest’attività di normazione un’ulteriore concretizzazione dei principi di responsabilità sociale definiti dalla UNI EN ISO 26000 ai quali abbiamo allineato il nostro modello di governance e un supporto al raggiungimento dell’obiettivo 12 dell’agenda ONU 2030: garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo”. cdn/AGIMEG