Inchiesta Agimeg: le Legge regionale sul gioco del Lazio un “vantaggio” per la criminalità. Ecco perché si rischia un Piemonte bis

Il Lazio è tra le regioni italiane con il più alto tasso di pratica di gioco illegale gestito dalla criminalità organizzata, che potrebbe sfruttare ulteriormente a proprio vantaggio gli effetti espulsivi quando scatterà l’entrata in vigore della modifica alla legge regionale. Dopo il Piemonte, regione nella quale a maggio dovrebbe entrare in vigore la retroattività della legge regionale che farebbe scomparire il gioco pubblico dalle città, l’applicazione del distanziometro per le attività di gioco già esistenti potrebbe colpire infatti anche il Lazio, espellendo di fatto l’offerta di gioco legale da gran parte del territorio.

Solamente nella città di Roma, con l’obbligo di distanza di 500 metri da un lungo elenco di luoghi sensibili (tra i quali istituti scolastici di qualsiasi grado, centri giovanili o altri istituti frequentati principalmente dai giovani, centri anziani, strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socio-assistenziale o luoghi di culto), appena lo 0,7% del Comune potrebbe ospitare una slot. E’ quanto prevede una modifica alla Legge regionale del Lazio dell’agosto 2013 – “Disposizioni per la prevenzione e il trattamento del gioco d’azzardo patologico” – approvata nel febbraio 2020. Il testo stabilisce i tempi di adeguamento: “Gli esercenti che gestiscono apparecchi per il gioco d’azzardo collocati all’interno di esercizi pubblici commerciali o di sale da gioco si adeguano, entro 18 mesi” dalla data di entrata in vigore del provvedimento di modifica “alla rimozione degli apparecchi stessi”, dunque entro l’agosto 2021. In termini numerici ed occupazionali, sarà espulso circa il 97% delle aziende che attualmente operano nel Lazio e circa 5.000 lavoratori nella sola Capitale.

Di seguito tutte le operazioni – GDF, Carabinieri, Polizia e ADM – condotte a Roma e nel Lazio dal gennaio 2020 ad oggi, che testimoniano le infiltrazioni della criminalità nel settore del gioco. Si tratta di un fenomeno che potrebbe ampliarsi, con tutte le gravi conseguenze economiche e sociali che ciò comporterebbe, visto che la legge regionale sul gioco che va a colpire le attività legali. Insomma gli spazi lasciati vuoti dal gioco pubblico potrebbero diventare praterie per il gioco clandestino, a tutto vantaggio della criminalità organizzata.

REGIONE LAZIO

Operazione COPREGI: ADM, Polizia, Carabinieri e GdF in azione contro raccolta illecita di scommesse. Controllati 158 negozi in 13 province italiane – 26/12/2020

Nell’ambito dei rapporti di collaborazione istituzionale tra l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e le Forze di Polizia, durante lo scorso fine settimana, è stato attuato un piano di controlli su tutto il territorio. Le province coinvolte sono state Agrigento Bologna, Bolzano, Catanzaro, Cosenza, Foggia, Lecce, Napoli, Perugia, Salerno, Savona, Taranto e Viterbo. In particolare, delle squadre operative composte da funzionari dell’Agenzia e da agenti della Polizia di Stato, militari dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, hanno sottoposto a controllo numerose attività economiche che, all’esito di analisi di rischio effettuate sulla base delle informazioni raccolte, di riscontri sul territorio e di attività di coordinamento informativo ed operativo, sono risultate connotate da elevati indici di rischio per l’illecita accettazione di scommesse sportive.

L’attività ha portato a controllare, dopo una selezione tra numerosi punti di raccolta del gioco, 158 locali. L’azione ha permesso di constatare come molti esercenti abbiano rispettato le ultime norme che impongono la chiusura delle sale giochi: si è tuttavia proceduto alla redazione di 10 notizie di reato nei confronti dei titolari dei locali dove si effettuava gioco con sequestri penali anche dei mezzi telematici. Sono stati redatti altrettanti verbali amministrativi relativi a numerose fattispecie su cui si è sviluppato il controllo, compresi la vendita di infiorescenze di cannabis, la presenza di addetti alla vendita di tabacchi in assenza di specifica autorizzazione e il mancato rispetto delle normative sulla prevenzione del CoViD 19. Le sanzioni contestate hanno superato i 600.000 euro. Le attività hanno permesso l’inizio di controlli di natura tributaria anche ad esercenti di gioco per conto di operatori esteri aventi locali aperti al pubblico.

L’attività condotta nello scorso fine settimana ha dimostrato la sinergia operativa tra le varie Amministrazioni dello Stato che manterranno viva, anche nelle prossime settimane, l’attenzione su forme di irregolarità e illegalità nel mondo del gioco pubblico.

Regione Lazio: “Oltre 90 clan della criminalità organizzata in regione. Tra i settori di investimento anche la filiera del gioco d’azzardo” – 22/09/2020

C’è anche il gioco d’azzardo tra i traffici illeciti della criminalità organizzata nel Lazio. “La Regione Lazio intende porre particolare attenzione a problematiche legate alla presenza di gravi infiltrazioni di stampo criminale o mafioso, come sottolineato all’interno del Rapporto “Mafie nel Lazio” – 2018, prodotto dall’Osservatorio regionale per la legalità e la sicurezza, che riporta “oltre 90 sono i clan presenti nella regione in un sistema complesso che opera da e verso la Capitale, cuore operativo delle reti criminali che attraversano il Lazio (…). I settori di investimento di queste mafie sono tra l’altro traffici illeciti di diversa natura, gestione illecita dello smaltimento dei rifiuti, gestione diretta o tramite prestanome di attività commerciali, di ristorazione, della filiera del gioco d’azzardo, reati economico-finanziari di varia natura”, si legge sul Supplemento odierno del Bollettino Ufficiale della Regione Lazio. In particolare “gli obiettivi assunti dall’Assessorato all’Ambiente della Regione Lazio” prevedono un “intenso contrasto alla presenza di gravi infiltrazioni di stampo criminale o mafioso nel settore della gestione dei rifiuti”, ma si evidenzia come la criminalità organizzata abbia tra i suoi campi di interesse principali anche il gioco d’azzardo.

Operazione “All in”: le mani della mafia su 5 società di scommesse. Arrestate 8 persone e sequestrate aziende in Sicilia, Lombardia, Lazio e Campania – 08/06/2020

La Guardia di Finanza ha arrestato otto persone e notificato il divieto di dimora nel comune di Palermo ad altre due accusate, a vario titolo, di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori aggravato dal favoreggiamento mafioso. L’indagine, coordinata dalla Dda di Palermo guidata dal procuratore Francesco Lo Voi, ha svelato gli interessi dei clan nel settore dei giochi e delle scommesse sportive ed ha svelato le complicità di alcuni imprenditori che avrebbero riciclato il denaro sporco per conto dei boss. Sequestrate attività economiche e beni per oltre 40 milioni. Nell’ambito della stessa inchiesta è stato disposto il sequestro preventivo dell’intero capitale sociale e del complesso aziendale di 8 imprese, con sede in Sicilia, Lombardia, Lazio e Campania, cinque delle quali titolari di concessioni governative per la gestione delle agenzie scommesse, 9 agenzie di scommesse a Palermo, a Napoli e in provincia di Salerno, per un valore complessivo di circa 40 milioni di euro. Secondo gli inquirenti le attività economiche sarebbero dirette da esponenti mafiosi o finanziate con denaro sporco. Nell’operazione sono stati coinvolti 200 militari della Guardia di Finanza dei reparti di Palermo, Milano, Roma, Napoli e Salerno, che stanno eseguendo decine di perquisizioni in Sicilia, in Campania, nel Lazio e in Lombardia.

Operazione Dirty Slot: scommesse illegali e oltre 400 apparecchi manomessi, 10 arresti e sequestrati beni per 7 milioni tra Lazio, Puglia e San Marino – 22/01/2020

La Procura e la Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce hanno dato il via all’esecuzione di 10 arresti e a sequestri di beni per 7 milioni di euro a San Marino e nelle province di Lecce, Brindisi, Taranto e anche nel Lazio, province di Frosinone e Latina nei confronti di persone ritenute appartenenti a una organizzazione criminale nell’ambito dell’operazione “Dirty Slot”. L’indagine ha fatto luce su estorsioni, truffe informatiche e gioco d’azzardo, in una organizzazione che secondo gli investigatori è in grado di imporre con metodo mafioso l’avvio, la gestione e il controllo del mercato del gaming legale e illegale. L’organizzazione gestiva un vorticoso giro d’affari nel settore delle slot e nella raccolta di scommesse per eventi sportivi, fatte confluire sulle piattaforme informatiche di bookmaker stranieri. Nel comprensorio di Galatina (La), numerosissimi gestori di bar, ristoranti e sale da gioco sono stati costretti, con l’imposizione della forza intimidatoria del vincolo mafioso ad installare oltre 400 slot e videopoker di proprietà delle società degli imprenditori arrestati, patendo in caso contrario minacce, attentati e ritorsioni, in alcuni casi, anche fisiche, da parte degli uomini del clan. Le indagini hanno dimostrato l’egemonia degli indagati nel territorio di Galatina e paesi limitrofi, in diverse aree del Salento e fuori Regione, un business di milioni di euro legato alle scommesse sportive a quota fissa, ma illegali perché collegate a network esteri ed al gioco d’azzardo anche attraverso slot manomesse per interrompere i flussi telematici di comunicazione ai Monopoli di Stato. Inoltre, le indagini hanno valorizzato e confermato le dichiarazioni da tempo rese da diversi collaboratori di giustizia che hanno indicato gli odierni indagati come punto di riferimento della S.C.U. nella gestione del sistema dei giochi e scommesse nel Salento. I provvedimenti di cattura sono stati eseguiti a Galatina, Aradeo, Corigliano d’Otranto e Carmiano ed agli arrestati ed a svariati “prestanome” e’ stato sequestrato, in Italia ed all’estero, un ingente patrimonio mobiliare e immobiliare frutto delle attività delittuose composto da fabbricati, terreni, autovetture, società, ditte individuali, polizze assicurative e conti correnti presso vari istituti di credito per oltre sette milioni di euro. Le ipotesi di reato contestate sono quelle di associazione per delinquere di tipo mafioso, frode informatica, esercizio di giochi d’azzardo ed esercizio abusivo di giochi e scommesse aggravati dal metodo mafioso, illecita concorrenza con minaccia o violenza e trasferimento fraudolento di valori. Durante le indagini i militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Lecce hanno effettuato sequestri di apparecchiature elettroniche e svolto una verifica fiscale nei confronti della principale società degli indagati, constatando un’enorme evasione fiscale ai fini delle imposte dirette di circa 2,5 milioni e di oltre 15 milioni euro ai fini dell’IVA, grazie anche alla scoperta di documentazione extra-contabile in formato digitale rinvenuta negli hard disk della società, ricostruita dai finanzieri.

Relazione DIA, infiltrazioni mafiose anche nel gioco legale. Lazio, Sicilia e Puglia tra le regioni più colpite – 17/01/2020

In Sicilia un indicatore di interesse è offerto dalle investigazioni che hanno riguardato la gestione di siti di scommesse sportive on line e il fenomeno del match fixing documentando come anche le tecnologie offrano opportunità di infiltrazione, soprattutto in ambito transnazionale attraverso il sistematico ricorso a piattaforme di gioco predisposte per frodi informatiche, spesso allocate all’estero, che consentono l’evasione fiscale di consistenti somme di denaro”. E’ quanto sottolineato nella relazione della Direzione investigativa antimafia relativa al primo semestre 2019. “Il sistema, infatti, crea un circuito parallelo a quello legale, non tracciabile, del tutto clandestino rispetto al gioco autorizzato dallo Stato. Imprenditori locali oppure prestanome sfruttano il principio della libertà di stabilimento per costituire società di gaming e di betting in altri Paesi dell’Unione Europea, di fatto operando sul territorio nazionale, eludendo la stringente normativa italiana in materia fiscale ed antimafia e traendo vantaggio e protezione dalle normative meno esigenti previste sotto questi aspetti in altri Stati membri dell’Unione. Indagini giudiziarie hanno evidenziato, ad esempio, un’anomala concentrazione di operatori del settore, nonché di server ed altre strutture operative nell’isola di Malta. Le strategie operative di Cosa nostra tendono, inoltre, sempre più ad infiltrare il settore dei giochi e delle scommesse. Tale comparto risulta d’interesse criminale per la possibilità di realizzare guadagni rapidi ed elevati, superiori a quelli ottenibili con qualsiasi altra attività imprenditoriale. Il rischio di infiltrazioni mafiose non riguarda solo il gioco illecito e le scommesse clandestine, ma anche il mercato del gioco e delle scommesse legali. La penetrazione riguarda la gestione di slot machine, le scommesse sportive on line ed il fenomeno del match fixing220 nonché l’apertura di sale gioco, agenzie e punti di raccolta scommesse”, continua la Relazione in merito alla Regione Sicilia. “In Puglia, le cosche presenti, continuano a dimostrare elevate competenze tecniche e capacità di interazione con le mafie tradizionali è quello del riciclaggio nei settori del gioco d’azzardo e delle scommesse on-line. L’illecita raccolta delle puntate su giochi e scommesse, posta in essere sul territorio italiano attraverso società ubicate all’estero (al fine di aggirare la più rigida normativa sul sistema concessorio-autorizzatorio del nostro Paese), costituisce un indotto di portata strategica, come dimostrato dalle inchieste parallelamente condotte, a novembre del 2018, dalle DDA di Bari (operazione “Scommessa”677), Reggio Calabria (operazione “Galassia”) e Catania (operazione “Gaming offline”) che hanno ricostruito una rete tra criminalità organizzata barese, ‘ndrangheta e mafia siciliana”, aggiunge ancora. Per quanto riguarda la Regione Lazio viene evidenziato che “mentre in passato è stato il soggiorno obbligato a determinare lo spostamento verso nord di esponenti di Cosa nostra, della camorra e della ndrangheta, l’“emigrazione” di oggi, specie quella verso la provincia di Roma, ha certamente lo scopo di riciclare e reimpiegare i proventi illeciti conseguiti nelle aree di provenienza e di avviare nuove attività criminose, principalmente legate al narcotraffico e proiettate anche verso il gioco d’azzardo. L’incremento dei sequestri di patrimoni illeciti, registrato negli ultimi anni sia sul piano penale che su quello di prevenzione, rappresenta un chiaro segnale di questo processo evolutivo, che coinvolge in primo luogo le cosche calabresi, capaci di insinuarsi nel tessuto economico della città. Le operazioni più recenti hanno confermato l’operatività nella Capitale di ‘ndranghetisti affiliati alle ‘ndrine originarie del reggino”. “In Piemonte le organizzazioni mafiose hanno manifestato, nel tempo, forti interessi per i settori più floridi del tessuto economico e finanziario dell’area, con la creazione di attività imprenditoriali nell’edilizia, sia pubblica che privata, nel movimento terra ed inerti, nella gestione delle attività connesse al gioco ed alle scommesse e nell’accaparramento di appalti e servizi appalti pubblici”, aggiunge la Relazione.

La spiccata vocazione transnazionale della criminalità organizzata italiana si riflette anche nel settore delle scommesse on-line, ambito di altissimo interesse che, attraverso la gestione diretta o indiretta delle società concessionarie, consente elevati profitti a fronte di rischi limitati. L’infiltrazione mafiosa riguarda la gestione di slot machine, le scommesse sportive on line nonché il fenomeno del match fixing, cui si affianca anche l’ambito del gioco in concessione da parte dello Stato”, aggiunge la Relazione della Dia. “La criminalità campana risulta presente nel territorio francese. Sempre in Costa Azzurra, alcuni soggetti sarebbero attivi nel traffico internazionale di sostanze stupefacenti, nelle pratiche usurarie ed estorsive, nelle scommesse clandestine e gioco d’azzardo”, continua. “Le tracce principali della camorra in Olanda riguardano la presenza di alcuni clan dediti, in particolare, al traffico di stupefacenti, grazie a propri referenti stanziati sul posto, nonché alla vendita di marchi contraffatti e alla gestione di case da gioco avviate grazie al riciclaggio di denaro proveniente dai traffici illeciti”, sottolinea. In Austria, “l’operazione “Galassia”, anch’essa condotta dalla DIA e dalla Guardia di finanza, ha confermato la tendenza della ‘ndrangheta a reinvestire i capitali all’estero, in questo caso nel settore del gioco illegale. L’indagine ha portato al sequestro di un ingente patrimonio in Italia, Austria, Malta, Romania, Svizzera e Antille Olandesi. L’operazione “Last Generation”, conclusa nel mese di giugno 2019, ha dimostrato, tra l’altro, che una cosca calabrese reinvestiva i proventi del narcotraffico proprio in Austria, avvalendosi della presenza di un soggetto legato all’organizzazione”. In Romania, “la criminalità organizzata italiana, dopo la caduta del muro di Berlino, ha utilizzato gli sbocchi commerciali offerti dalla Romania facendo di quel luogo una realtà ove porre in essere varie forme di riciclaggio, anche tramite società e server presenti in Romania finalizzati all’esercizio abusivo del gioco e delle scommesse in Italia”. Per quanto concerne Malta, “è uno Stato con una normativa che consente di realizzare in modo agevole le attività connesse al riciclaggio di capitali illeciti, concretizzate dalle organizzazioni mafiose, in particolar modo, nel settore delle scommesse on line. Situata al centro del Mediterraneo, tra la Sicilia e la costa del Nordafrica, Malta rappresenta anche uno snodo per svariati traffici illeciti, come quello dei prodotti petroliferi provenienti dai Paesi interessati da una forte instabilità politica. Le varie attività investigative condotte recentemente indicano che Cosa nostra e la ‘ndrangheta sfruttano maggiormente le opportunità offerte dal settore delle scommesse illegali. È del 27 gennaio 2019 il sequestro di quattro società con sede a Malta riconducibili ad un imprenditore che avrebbe realizzato una rete di agenzie di scommesse abusive in collegamento con l’articolazione di Cosa nostra di Partinico (PA). La misura ablativa scaturisce dagli esiti dell’operazione “Game Over” che nel gennaio 2018 aveva portato alla luce una rete di agenzie di scommesse abusive, dedite ad attività di riciclaggio di denaro proveniente dal gioco illecito, realizzato con la costituzione di società con sede all’estero e, appunto, anche a Malta. L’attività investigativa, eseguita contemporaneamente ad altre due operazioni della DDA di Catania e Bari, aveva consentito di disvelare l’interesse delle consorterie mafiose delle varie matrici nel settore dei giochi on line, con la costituzione di una rete di società operanti tra l’Italia, Malta, la Romania, Curacao e le Isole Vergini. Non è da sottovalutare il dato Eurostat sull’aumento del PIL, che vede Malta come la prima delle 28 nazioni dell’UE, con un incremento medio nel decennio (2007-2017) del 4,2%”. Le attività criminali dell’organizzazione in argomento sarebbero costituite dal narcotraffico (gli U.S.A. emergerebbero tuttora come il principale Paese di destinazione delle spedizioni di cocaina intercettate in Sud America), dalla gestione del gioco d’azzardo illegale, dalla corruzione, dalle estorsioni, dalle frodi, dal traffico d’armi, dal riciclaggio dei proventi illeciti, dall’infiltrazione negli ambiti imprenditoriali, dalla contraffazione e, per il raggiungimento delle proprie finalità, da omicidi ed attentati”. Mentre in Canada, “la criminalità organizzata di origine italiana conferma la propria presenza in Canada prevalentemente nelle zone di Montreal (Cosa nostra) e Toronto (‘ndrangheta). Entrambe le proiezioni sarebbero attive nel traffico di stupefacenti, nelle estorsioni, nell’usura, nel gioco d’azzardo, nel riciclaggio dei proventi illeciti e nell’infiltrazione nel settore degli appalti pubblici”. La visione classificatrice di Giovanni Falcone, nelle pagine di “Cose di Cosa Nostra”, “trova un’importante conferma nelle evidenze info-investigative raccolte nel semestre. Esse rappresentano la cartina di tornasole di un agire mafioso che continua a muoversi tra attività criminali “di primo livello” e “di secondo livello”, intendendo le prime le azioni illegali “essenziali”, che si esprimono attraverso la “pressione” e il controllo capillare del territorio e che generano una forte liquidità di denaro. Sono esse le vere “fonti primarie” in cui rientrano le estorsioni, l’usura, i sequestri di persona, il traffico e lo spaccio di stupefacenti, il contrabbando di tabacchi, il traffico di armi, il gioco e le scommesse quando attuati su circuiti completamente illegali e, con specifico riguardo alla criminalità straniera, la prostituzione, la tratta degli esseri umani, le rapine e i furti e tutto ciò che concorre, in termini di manovalanza criminale, al perfezionamento di tali attività. (…) Le “attività” criminali che Falcone definiva “eventuali”, appaiono oggi sempre più “necessarie” per la “nuova” mafia imprenditrice, perché offrono il vantaggio di destare meno allarme sociale, coinvolgendo imprenditori, professionisti e pubblici funzionari. Allo stesso tempo consentono alla mafia di inquinare l’economia legale e di espandersi oltre regione e all’estero, facendole assumere le caratteristiche proprie di un’impresa. Si tratta di “attività” complesse, in molti casi legate al riciclaggio e al reimpiego di capitali, che si nutrono dell’infiltrazione nella pubblica amministrazione e della gestione degli appalti, della grande distribuzione, del ciclo dei rifiuti, del gioco e delle scommesse”. Le attività di giochi e scommesse “se da un lato possono essere qualificate “di primo livello” (quando si sviluppano su canali del tutto illegali), dall’altro vanno ricomprese in quelle “di secondo livello” quando, pur essendo svolti con finalità criminali, si realizzano su piattaforme di gioco legali o nei confronti di operatori legali del settore”. “In Puglia – aggiunge la Relazione -, le attività volte a riciclare i proventi illeciti da parte della criminalità organizzata hanno tra l’altro riguardato, nel semestre, il settore dei giochi e quello della gestione dei rifiuti. La Guardia di finanza, nel mese di febbraio, ha constatato il trasferimento fraudolento a dei prestanome di immobili e di alcuni centri scommesse con sede a Bari. Beni riconducibili ad un gruppo operativo nel quartiere Japigia, il cui capo famiglia era stato arrestato al termine dell’operazione “Scommessa”, conclusa a novembre 2018, accusato di esercizio e raccolta abusiva di scommesse, anche per via telematica. (…) In Toscana, tra i segnali mafiosi registrati nel semestre vale la pena di richiamare il tentativo, da parte di referenti delle cosche calabresi, di aprire un’attività di ristorazione sulla spiaggia di Marina di Grosseto. Tentativo sventato grazie al sequestro della società eseguito dalla Guardia di finanza nel mese di marzo. Una strategia d’azione che
punta a sfruttare le potenzialità economiche e a destare il minor allarme sociale che in Toscana appartiene anche alle organizzazioni straniere. Tra queste, quella cinese rappresenta una realtà che si è consolidata nel tempo, operando specialmente nel settore tessile. Proprio un imprenditore del settore è stato colpito, nel mese di maggio, da una confisca eseguita dalla DIA di Firenze. L’uomo, operante nella zona di Prato, aveva accumulato un consistente patrimonio grazie alla gestione del gioco d’azzardo all’interno di capannoni industriali, al contrabbando di merce e al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”. “Sul fronte imprenditoriale, la ‘ndrangheta, come noto, riesce ad alterare le condizioni di libero mercato con il monopolio di interi settori, da quello edilizio, funzionale all’accaparramento di importanti appalti pubblici, a quello immobiliare o delle concessioni dei giochi e, non ultimo, quello dei rifiuti”, aggiunge. La DIA: “In data 21 gennaio 2019, la DIA ha eseguito un provvedimento di sequestro1908 di beni emesso dal Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione- su proposta del Direttore della DIA e sotto il coordinamento della DDA di Reggio Calabria, nei confronti di un imprenditore reggino molto noto nel settore della grande distribuzione alimentare e del commercio di autovetture. Le attività svolte dalla DIA, grazie ad accurate investigazioni patrimoniali, svolte sull’intero patrimonio dell’imprenditore, hanno consentito di acclarare una netta sproporzione tra i redditi dichiarati e gli investimenti effettuati. L’ingente patrimonio sottoposto a sequestro, il cui valore complessivo supera i 20 milioni di euro, consiste in: • 11 aziende (4 per l’intero capitale sociale e patrimonio aziendale e le altre 7 solo per le quote riconducibili all’uomo), con sede legale a Reggio Calabria ed una a Rende (CS), attive nei settori della grande distribuzione alimentare, del commercio automezzi, delle costruzioni, dell’immobiliare e delle sale da gioco; • 20 immobili, per l’intera proprietà o in quota, facenti parte del patrimonio personale proprio e dei suoi familiari; • consistenti disponibilità finanziarie. In data 23 gennaio 2019, nelle località di Leonforte, Nissora, Agira ed Acireale, è stato eseguito il sequestro di beni per un valore stimato di circa 7.500.000, riconducibili ad un imprenditore edile già condannato per reati di natura socio-economica e per traffico illecito di dati, nonché imputato per reati fiscali e legati al gioco d’azzardo. Il provvedimento scaturisce dalle proposte di applicazione di misura di prevenzione formulata dalla DIA nel maggio del 2018. in data 28 maggio 2019, in Prato, è stata eseguita la confisca di beni per un valore complessivo di 1,42 milioni di euro, nei confronti di un imprenditore tessile cinese gravato da numerosi pregiudizi penali, tra cui reati collegati all’immigrazione illegale, al gioco d’azzardo ed all’importazione di merce di contrabbando. Il provvedimento, che consolida in forma pressoché speculare il sequestro operato nel settembre del 2017, scaturisce dalla proposta di applicazione di misura di prevenzione formulata dalla DIA nell’ottobre del 2016”, conclude la Relazione.

ROMA

Roma, Polizia chiude esercizio abusivo di scommesse sportive – 05/03/2021

Grazie all’intuito di un poliziotto libero dal servizio che per motivi personali era solito transitare a piedi proprio nelle adiacenze del locale sanzionato e che si è insospettito notando gli strani movimenti all’interno e all’esterno di un esercizio commerciale privo di insegna, gli agenti del Commissariato Vescovio, diretto da Manuela Rubinacci, in collaborazione con i colleghi della polizia Amministrativa e Sociale della Questura e dell’Agenzia dei Monopoli e delle Dogane, sono riusciti a scoprire le illecite attività messe in atto all’interno del negozio e a porre fine a tutta una serie di infrazioni punite con una pesante sanzione amministrativa e con la chiusura del locale per la durata di 5 giorni. Nella serata di ieri, quando gli agenti hanno fatto irruzione in quello che a primo impatto poteva sembrare un punto vendita di servizi telematici, la presenza di persone all’interno e l’arredamento tipico di una sala scommesse con tanto di postazioni per “PC” ed annessa stampante termica, hanno insospettito non poco gli investigatori che a quel punto hanno voluto vederci chiaro. Approfondito l’accertamento, gli investigatori hanno scoperto che all’interno del locale, senza alcun titolo ne autorizzazione, era stata messa in atto una vera e propria attività di raccolta scommesse al banco. Identificati gli astanti, alcuni dei quali ancora con indosso le bollette delle scommesse appena piazzate, gli agenti hanno immediatamente esteso il controllo ai dipendenti e, dalle verifiche effettuate, sulla licenza è emerso che la sala era autorizzata solamente alla commercializzazione di vendita e ricarica di conti di gioco autorizzati e non per agenzia di scommesse. Terminati gli accertamenti al gestore del locale è stata contestata, come da vigente normativa anti-covid, anche la mancata esposizione degli appositi cartelli riassuntivi della capienza massima di accesso al locale e per questo motivo applicata la contestuale sanzione accessoria della sospensione dell’attività per la durata di giorni 5.

Roma, Polizia chiude tre centri scommesse abusivi in zona Marconi – 04/03/2021

Gli investigatori dell’XI^ Distretto San Paolo hanno messo in atto una serie di servizi di polizia finalizzati al controllo in materia di giochi e scommesse e al rispetto della normativa per il contrasto al Covid 19. Gli agenti della Polizia di Stato hanno verificato che le attività sottoposte a verifica non hanno rispettato la normativa anticovid, restando aperte al pubblico e svolgendo l’accettazione di scommesse sportive anche con provider esteri abusivi e di fatto non canalizzando il flusso di denaro sui circuiti riconosciuti dal Ministero delle Finanze. Al termine delle indagini, sono stati chiusi tre centri dediti all’accettazione scommesse in zona Marconi. Sono stati identificati 15 clienti e 4 persone sono state denunciate in stato di libertà per aver esercitato le scommesse senza le necessarie autorizzazioni. Elevate inoltre 8 sanzioni amministrative per un totale di circa 20 mila euro.

ADM, Roma: individuata sala scommesse dedita al gioco illegale – 17/02/2021

L’Ufficio Antifrode e Controlli della DT IV Lazio e Abruzzo, di concerto con i funzionari dell’Ufficio Controllo Giochi della Direzione Antifrode e Controlli, e con i Carabinieri della Stazione di Acilia, ha scoperto una sala scommesse impegnata nella raccolta di scommesse abusive. Il titolare, concessionario della sala, aveva adibito al gioco illegale l’unico pc a disposizione, posizionato dietro al bancone di entrata, contravvenendo alle norme in vigore che consentono il solo gioco online o a distanza, nell’ambito delle misure di contrasto al Covid-19. L’attività è scaturita dal riscontro dell’anomalo comportamento del titolare, che alzava ed abbassava ripetutamente la serranda dell’esercizio, per consentire l’andirivieni degli avventori e la raccolta di scommesse tramite il conto gioco di un altro soggetto, presente all’interno della sala, ma senza nessun tipo di rapporto giuridico con il titolare. Sono stati denunciati alla Procura della Repubblica competente, per esercizio abusivo di attività di gioco o scommessa, il titolare dell’esercizio commerciale, il soggetto che “prestava” il suo conto gioco e uno scommettitore presente al momento del controllo.

Scommesse irregolari a Roma, chiusura e sanzioni per un esercizio commerciale – 17/02/2021

A Roma, gli agenti della Polizia di Stato dell’XI Distretto San Paolo, hanno scoperto in un esercizio la presenza di alcuni clienti intenti ad effettuare scommesse sportive tramite un provider dedicato a tali servizi. I soldi, provento delle scommesse, in quella sola giornata, erano pari a 2.400 euro. L’esercizio, risultato già inottemperante ad un precedente provvedimento di chiusura, disposto nel dicembre del 2019 dal Questore di Roma, è stato chiuso con conseguente applicazione delle relative sanzioni amministrative. Contestate anche le violazioni per l’inosservanza della normativa anti-covid.

ADM, Operazione COPREGI-Roma: scommesse irregolari, sospesa attività di tre locali ed elevate 11 sanzioni per 50mila euro – 16/02/2021

Nell’ambito delle attività promosse dal Comitato per la prevenzione e la repressione del gioco illegale, la sicurezza del gioco e la tutela dei minori, (CoPReGI), nelle giornate del 12 e 13 febbraio, è stata condotta una operazione di controllo sull’intero territorio di Roma Capitale, coordinata dalla Prefettura di Roma, in collaborazione tra l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Arma dei Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza.

Il dispositivo operativo messo a punto ha visto operare in maniera congiunta nuclei misti formati da funzionari ADM ed aliquote di personale delle tre forze dell’Ordine.

Sono state sottoposte a controllo numerose attività economiche che, sulla base di analisi di rischio svolte e di informazioni in possesso di ADM, condivise con le altre Forze dell’Ordine, sono risultate svolgere illecite accettazioni di scommesse sportive.

In totale, nelle giornate del 12 e 13 febbraio, sono stati controllati 22 esercizi dislocati nell’intera area di Roma Capitale. L’azione ha permesso di accertare numerose e gravi violazioni delle vigenti norme di contrasto alla pandemia, che impongono la chiusura delle sale giochi e la sospensione della raccolta scommesse su rete fisica.

È stata disposta la sospensione dell’attività per cinque giorni nei riguardi di tre esercizi che effettuavano la raccolta delle scommesse in violazione delle misure di contenimento e sono state irrogate complessivamente 11 sanzioni amministrative per un importo complessivo superiore a 50.000 euro. Tre persone sono state infine deferite all’A.G. per esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse.

Roma, operazione “Azzardo e Covid”: scoperta dalla Polizia una bisca clandestina a Torpignattara, denunciati in 9 – 01/02/2021

A Roma, nell’ambito dell’operazione “Azzardo e Covid”, la Polizia di Stato ha sorpreso in un circolo privato 8 persone intente a giocare a poker, nonostante le norme anti-Covid. I giocatori, tutti di nazionalità cinese, sono stati trovati attorno a due tavoli verdi e a meno di un metro di distanza l’uno dall’altro. Gli agenti hanno quindi sequestrato il locale adibito a bisca clandestina, la somma di 3 mila euro rinvenuti sui tavoli da gioco e diversi mazzi di carte da poker. I giocatori sono stati poi denunciati all’Autorità Giudiziaria per partecipazione al gioco d’azzardo e sanzionati per il mancato rispetto delle normative anti-Covid. Per il Presidente del circolo invece, oltre ad essere denunciato per aver agevolato il gioco d’azzardo, s’ipotizza il reato d‘istigazione alle disobbedienze delle leggi.

ADM-GDF, individuata sala scommesse illegale a Roma. Denunciato e sanzionato il titolare – 22/01/2021

I funzionari ADM della Direzione Antifrode e Controlli, unitamente ai militari del Comando Provinciale di Roma della GdF, hanno individuato una sala scommesse illegale nel quartiere Labaro che, nonostante la vigenza delle disposizioni volte a fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19, continuava a svolgere la propria attività. Il titolare della sala è stato sanzionato per violazione delle norme di contenimento della pandemia e denunciato alla Procura della Repubblica per esercizio abusivo della raccolta di scommesse senza la prevista autorizzazione di pubblica sicurezza. L’operazione si inserisce nel più ampio dispositivo messo in campo da ADM e GdF per il controllo economico del territorio e a salvaguardia della salute dei cittadini.

Operazione “Babylonia”: Carabinieri e GdF di Roma confiscano beni per 300 milioni di euro a tre imprenditori, uno dei quali aveva un’attività di noleggio vlt utilizzata per il riciclaggio – 23/12/2020

Una confisca di beni per un totale di 300 milioni è in corso tra Roma e provincia nei confronti di tre persone nella Capitale. Il provvedimento, emesso dalla sezione specializzata misure di prevenzione del tribunale civile e penale di Roma, su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia, è stato eseguito dai carabinieri e finanzieri dei comandi provinciali della Capitale. Per due di loro. è anche stata disposta la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per anni tre nel Comune di residenza. La confisca riguarda 52 società, 20 imprese individuali, una quota societaria, 34 immobili, 6 autoveicoli, 19 rapporti finanziari e numerosi beni mobili quali orologi e preziosi, per un valore complessivo stimato in circa 300 milioni di euro. L’indagine nota come “Babylonia”, nel giugno del 2017 ha portato alla notifica di 23 ordinanze di custodia cautelare: coinvolte due distinte associazioni per delinquere finalizzate all’estorsione, usura, riciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, fraudolento trasferimento di beni e valori. Gli accertamenti patrimoniali successivi che hanno fatto emergere una netta sproporzione tra il reddito dichiarato e l’effettiva consistenza patrimoniale dei soggetti coinvolti. L’attività investigativa, a oggi, ha permesso di accertare l’operatività sul territorio capitolino di uno strutturato sodalizio, gerarchizzato e autonomo dedito al riciclaggio e al reimpiego, in attività commerciali lecite e in beni immobili, di ingenti somme di denaro di provenienza delittuosa e alla conseguente e strumentale fraudolenta intestazione di tali attività, beni o altre utilità a terzi; di acclarare il ruolo fondamentale di uno dei coinvolti. Imprenditore affermato nel settore del noleggio e della gestione di apparecchi per i videogiochi e vlt, il quale era incaricato delle mansioni di deposito e della ripulitura di denaro di provenienza illecita per conto del sodalizio. Ancora con le indagini è stata rilevata l’esistenza di rapporti di natura illecita con una consolidata organizzazione criminale, radicata nell’area a nord est di Roma tra Monterotondo e Mentana.

Gioco illegale, scoperta una slot attiva in un bar di Roma: Polizia eleva una sanzione per il titolare e 5 giorni di chiusura per l’esercizio – 11/11/2020

A Roma, durante i controlli straordinari della Polizia per verificare il rispetto delle normative anti Covid-19 è stato sorpreso un bar con una slot attiva e con un avventore intento a giocare. Nell’esercizio sono state trovate altre 8 persone. Per la titolare è scatta la sanzione amministrativa e lo stop di 5 giorni per l’esercizio. Inoltre, sono stati multati tutti coloro che non indossavano la mascherina nel modo corretto.

Gioco illegale, a Roma chiusa una sala scommesse priva della licenza – 29/09/2020

A Roma è stata chiusa, dagli agenti del Commissariato San Paolo, una sala scommesse priva della licenza di raccolta del gioco. Il provvedimento di chiusura emesso dal Questore, si inserisce in uno schema di controlli attuato dalla Polizia nella Capitale per evitare che i flussi di denaro rimangano controllati e tracciabili. L’attività dei giorni scorsi ha portato alla verifica di altre 5 sale scommesse che non hanno presentato irregolarità.

Roma: Operazione “Game Over”, la GDF confisca beni per 22 milioni di euro a 5 uomini appartenenti al clan dei casalesi con interessi nel settore delle slot – 23/06/2020

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno eseguito il decreto di confisca emesso dalla Corte di Appello capitolina nei confronti di 5 uomini del clan dei casalesi, che avevano interessi nel settore delle slot, per un valore totale di 22 milioni di euro. Secondo quanto riporta una nota ufficiale della Guardia di Finanza della Capitale, il provvedimento, divenuto definitivo per effetto della sentenza della Corte di Cassazione, trae origine da una vasta indagine delle Fiamme Gialle che nell’ottobre 2013, nell’ambito dell’operazione “Criminal Games”, in cui era stata accertata l’esistenza di una vera e propria joint-venture nel settore delle slot – imposte nel territorio di Acilia agli esercizi commerciali autorizzati anche mediante ricorso ad azioni intimidatorie e violente – tra esponenti di vertice della criminalità organizzata campana e noti personaggi della “malavita” romana.

Operazione Apogeo: Gdf Roma confisca beni per 18 milioni a clan Spada, colpite anche delle sale slot – 22/04/2020

I Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma in queste ore sono impegnati nella confisca di una serie di beni – sale slot, forni, bar, distributori di carburanti, palestre, scuole di danza, e società attive nel commercio di autovetture e l’edilizia – per un valore complessivo di oltre 18 milioni di euro. Confiscati anche 2 immobili a Ostia e Ardea, 13 automezzi e disponibilità finanziarie su rapporti bancari e postali. L’operazione è stata ribattezzata Apogeo, e prende il via da un provvedimento della Sezione Specializzata Misure di Prevenzione del Tribunale capitolino. Costituisce l’epilogo dell’attività investigativa coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma e sancisce l’acquisizione da parte dello Stato dell’ingente patrimonio mobiliare e immobiliare riconducibile al sodalizio criminale operante nel litorale romano, già oggetto di sequestro nell’ottobre 2018. Gli specialisti del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Capitale hanno ricostruito le ricchezze illecitamente accumulate dagli esponenti di spicco del clan individuandone le fonti di finanziamento “occulte”. Gli approfondimenti economico-patrimoniali svolti, che hanno preso le mosse dalle note operazioni di polizia “ECLISSI” e “SUB URBE”, hanno consentito di dimostrare l’incoerenza dei modesti redditi dichiarati dagli interessati con i rilevanti investimenti posti in essere in svariate attività commerciali, finanziati, in realtà, dai profitti delle numerose condotte delittuose commesse nel tempo, quali fatti di estorsione, usura e traffico di sostanze stupefacenti. Gli uomini del clan avevano provato a intestare i beni a dei prestanome apparentemente estranei al contesto criminale: gli accertamenti hanno però riguardato tutte le persone (circa 50 tra familiari e terzi) coinvolte nelle compravendite di quote societarie, effettuate fittiziamente al solo scopo di “schermare” la titolarità effettiva delle aziende.

Roma: scoperte in un locale 7 slot non collegate alla rete dei Monopoli, denunciati e sanzionati per 180mila euro i gestori – 28/02/2020

Proseguono i controlli amministrativi della Polizia di Stato nei locali pubblici di Roma a contrasto delle irregolarità legate al settore del gioco e delle scommesse. Gli agenti del commissariato San Paolo, durante tale attività di verifica, hanno scoperto un esercizio commerciale, zona Pian Due Torri, alla Magliana, in cui il gestore aveva attivato una sala slot senza alcun collegamento telematico alla rete dei Monopoli di Stato. Nella sala, nello specifico, erano collocate 7 slot non collegate alla rete dei Monopoli. Uno di questi apparecchi riproduceva le regole del poker accettando per il pagamento delle partite esclusivamente banconote da 5/10/20/50 euro, e permetteva di accumulare punti che poi venivano pagati con denaro contante direttamente dal gestore. Gli apparecchi sono stati sequestrati. Sul retro di alcune slot sono stati, inoltre, rinvenuti e sequestrati alcuni Nulla osta di messa in esercizio e Nulla osta di distribuzione falsi o contraffatti. All’interno delle slot è stata rinvenuta e sequestrata la somma di 1.270 euro. I poliziotti hanno contestato al titolare e al gestore delle slot sanzioni amministrative per un importo pari ad 180.000 euro. Oltre ad elevare le sanzioni i poliziotti hanno indagato in stato di libertà i due gestori del locale ed è stato anche richiesto il provvedimento di chiusura dell’attività.

Provincia di Roma: scoperte 11 slot non collegate. Gestore utilizzava telecomandi per spegnere le macchine prima dei controlli. Sequestri e sanzioni per oltre 125mila euro – 25/02/2020

La guardia di finanza di Velletri, in provincia di Roma, ha scoperto in una sala giochi di Ariccia 8 slot non collegate alla rete e altre tre sono state individuate in una sala avviata dallo stesso gestore a Colleferro. Le macchine risultavano essere state rottamate negli anni scorsi ed erano prive di documento di conformità, nulla osta di distribuzione e nulla osta di messa in esercizio. Il gestore dei locali è stato quindi multato per oltre 125mila euro. Al vaglio della questura di Roma l’eventuale revoca della licenza di pubblica sicurezza e la chiusura dei locali. Sono stati sequestrati, inoltre, i telecomandi usati dal gestore per spegnere le macchine prima di eventuali controlli e la somma di 3mila contenute nelle slot.

Provincia di Roma: GDF sequestrati 13 apparecchi da intrattenimento non collegati alla rete dei Monopoli e privi di titoli autorizzativi – 19/02/2020

I funzionari dell’Ufficio Monopoli per il Lazio, in collaborazione con la Guardia di Finanza di Velletri e di Colleferro, hanno sequestrato tredici apparecchi da intrattenimento della tipologia AWP privi di collegamento alla rete telematica dell’Agenzia Dogane e Monopoli e privi di titoli autorizzatori. Otto apparecchi sono stati sequestrati ad Ariccia e cinque a Colleferro in un’operazione che ha riguardato tre esercizi dove si raccoglie il gioco pubblico. Inoltre, sono stati sequestrati oltre tremila euro in contanti e rinvenuti telecomandi che servivano a disattivare gli apparecchi in caso di controlli improvvisi da parte degli organi preposti. Sono in corso perizie per stabilire l’entità della frode ai danni dello Stato. L’intervento, fondato sulla conoscenza del territorio acquisita nello svolgimento delle attività istituzionali nel corso delle precedenti operazioni e sostenuto da un’efficace, mirata e specifica analisi dei rischi, rientra nella costante attività di verifica e controllo dell’Agenzia per la tutela del gioco legale e responsabile, per il contrasto alla ludopatia e per la repressione del gioco minorile.

Operazione “Bet & Drug” a San Basilio (Roma), 15 arresti per droga: la base logistica in una sala scommesse – 18/02/2020

Dopo indagini condotte dal commissariato locale e coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia, della Procura della Repubblica di Roma, è stato sgominato un clan criminale del quartiere romano di San Basilio: 15 arresti, di cui 10 custodie cautelari in carcere e 5 arresti domiciliari, per i reati di associazione armata finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio di droga, porto d’armi clandestine, estorsione e favoreggiamento. Sequestrato anche denaro in contanti per 10.000 euro. Le indagini sono partite da un tentato omicidio avvenuto a febbraio del 2017 in zona Casal de’ Pazzi, allo scopo di “accaparrarsi il controllo dello spaccio di stupefacenti nel quartiere”, come riferisce una nota della Questura di Roma. Dopo alcune intercettazioni, l’uomo che aveva tentato l’omicidio e suoi complici furono arrestati. In seguito, si è arrivati all’identificazione di “un feroce gruppo criminale armato” operante a San Basilio con base logistica presso la sala scommesse Quality Bet, in via Fossombrone.

Gioco d’azzardo, in corso operazione Carabinieri in diverse province italiane, Spagna e Austria. 38 arresti. Ex boss Banda Magliana imponeva slot, vlt, giochi e scommesse online a Roma e provincia – 11/02/2020

E’ in corso dalle prime luci dell’alba, nelle province di Roma, Viterbo, Terni, Padova, Lecce, ma anche in Spagna ed in Austria, una vasta operazione dei Carabinieri del Comando Provinciale di Roma, per eseguire un’ordinanza che dispone l’arresto di 38 persone, ritenute appartenenti a vario titolo un’associazione a delinquere che negli anni monopolizzato l’area a Nord della Capitale, assumendo il controllo con modalità mafiose del settore della distribuzione e gestione delle apparecchiature per il gioco d’azzardo, slot, videolottery, ma anche giochi e scommesse online, imposte con carattere di esclusività alle attività commerciali di Roma e provincia. cr/AGIMEG