“I tempi stringono perché l’ultima data per poter operare in legalità da parte degli imprenditori è il 21 maggio 2021. Pertanto sono altri migliaia di posti che andranno persi, se entro quella data non metteremo mano alla vecchia legge. Ecco perché abbiamo ritenuto opportuno richiamarla in aula, anche se non è prassi comune. Sicuramente si è lavorato nel contrasto alla ludopatia, su quello non vorremmo mollare, ma si sono persi molti posti di lavoro; stiamo cercando i dati reali dei guariti dalla dipendenza da gioco, però ci sembra che il numero per ora non sia molto alto. Pertanto incrementeremo le risorse per combattere in modo efficiente la ludopatia data da gioco. Sappiamo essere un tema fortemente divisivo, prettamente politico, ma io mi auguro, vista la richiesta firmata da tutti i sindacati di mettere mano alla legge 9 2016, che le opposizioni siano responsabili verso il mondo del lavoro, che oggi chiede aiuto alla politica. Perché se non chiede aiuto a noi a chi lo può chiedere?”. E’ quanto ha dichiarato Claudio Leone, Consigliere Lega del Piemonte in merito alla proposta di legge di modifica all’attuale legge sul gioco in Piemonte, proposta che verrà discussa mercoledì prossimo in Aula e che annullerebbe la retroattività. “La Lega si dimostra ancora una volta il movimento che più di ogni altro ha a cuore la difesa dell’occupazione e dei settori produttivi della nostra regione, ben più di quei partiti che pur definendosi di sinistra non hanno esitato a espellere dal tessuto economico piemontese un settore pur normato da severi legge dello Stato com’è quello del gioco legale. Loro hanno scelto il campo di un dibattito puramente ideologico. Noi quello dell’imprescindibile e doverosa necessità di intervenire entro il prossimo 20 maggio per salvare almeno altri 1.500 posti di lavoro legali minacciati dall’incomprensibile retroattività del provvedimento approvato dalla passata maggioranza nel 2016. Le forze che oggi ci attaccano, il Pd e Luv, hanno introdotto una legge che ha fallito in tutte le sue finalità. E a dirlo non siamo noi, ma soggetti di assoluta terzietà come la Cgia di Mestre: negli ultimi anni, la raccolta del gioco è cresciuta addirittura di 460 milioni di euro, a dimostrazione che la domanda si è rivolta verso altre forme di offerta. E parliamo anche di proposte di gioco illegale che parevano dimenticate, come quelle delle bische clandestine, testimoniate anche da recenti inchieste giornalistiche come quella delle Iene. A proposito vorrei citare le parole di un magistrato che ha combattuto terrorismo, eversione e mafia come l’ex sostituto procuratore Antonio Rinaudo: “La ludopatia non si può affrontare con questa legge perché proibire del tutto il gioco legale fa nascere problematiche ancora peggiori: si spalancano le porte al gioco d’azzardo gestito dalla criminalità organizzata”. Di pari passo, le statistiche dei Serd piemontesi non dimostrano alcuna significativa riduzione dell’incidenza del gioco d’azzardo patologico, piaga che invece noi vogliamo sanare con il nostro provvedimento. Resta solo la catastrofe economica che la sinistra ha voluto innescare con il suo anacronistico proibizionismo: se non interveniamo subito, il conto economico dell’espulsione del gioco legale dalla nostra regione salirà a non meno di 5mila posti di lavoro persi, come denunciato dell’Eurispes e dai sindacati del settore. Quei posti di lavoro che un tempo gli eredi del Pci difendevano. Per fortuna, oggi a tutelarli c’è la Lega”, ha aggiunto. “Sul gioco lecito si va avanti. Arriva in aula il provvedimento che vuole cambiare una legge ingiusta. La modifichiamo per tutelare i posti di lavoro, la legalità, la libertà di impresa, senza scordarci della prevenzione e della cura. È una battaglia che personalmente conduco dal 2018 convinto che sia in linea con i principi di chi pensa che ciò che è stato reso legale dallo Stato non possa essere cancellato da una legge retroattiva che distrugge gli investimenti degli imprenditori, di chi sostiene che non esistano lavoratori con minore dignità, di chi vuole un vero contrasto alle mafie e alla criminalità. Non ci faremo intimidire da coloro che pensano di poter dare lezioni di moralità agli altri: cambiare la legge è lecito ed è legittimo avere opinioni completamente diverse da chi oggi è in opposizione”, ha affermato Andrea Tronzano, assessore regionale al Bilancio del Piemonte. cdn/AGIMEG