Legge gioco Lazio, Ciani (Demos): “Paura che l’applicazione del distanziometro possa ridurre e mettere in crisi esercizi commerciali è comprensibile”

“Il tema delle zone sensibili è stata esattamente una riflessione nata dall’evoluzione del fenomeno. Inserire negli esercizi commerciali più diffusi le slot, AWP-VLT nei bar e nei tabaccai ha fatto sì che si avesse una partecipazione molto più massiccia. Quindi evitare che ci sia in prossimità di alcune zone dove si trovano scuole, centri anziani e luoghi sensibili questo tipo di offerta è in considerazione di un’evoluzione rispetto a una problematica che potrebbe portare a una patologia. È chiaro che questo incremento dell’offerta ha portato anche a un incremento del guadagno dal punto di vista economico per chi le ha messe. Quindi la problematica oggi di chi ha paura che l’applicazione del distanziometro possa ridurre e mettere in crisi degli esercizi commerciali è comprensibile. Vanno differenziati alcuni aspetti, per prima cosa riguardo tutti gli esercizi commerciali che hanno altre attività come bar, tabaccai ecc, il problema di togliere le macchinette non vuol dire togliere posti di lavoro. Peraltro noi come regione Lazio abbiamo previsto degli incentivi anche economici a chi si adeguerà alla normativa, abbiamo creato il marchio Slot free della Regione Lazio che viene assegnato agli esercizi che rinunciano al gioco d’azzardo, che per noi vuole essere una campagna di sensibilizzazione culturale”. E’ quanto ha detto a RomaToday Paolo Ciani, capogruppo Demos alla Pisana e candidato alle primarie di centrosinistra a Roma sulla legge sul gioco. “La proroga l’avevamo anche fatta precedentemente proprio per studiare e capire anche con gli esercizi commerciali come la cosa poteva realizzarsi. È chiaro che non c’è nessun intento punitivo nei confronti della categoria, noi stessi siamo molto sensibili al tema della perdita di posti di lavoro, perché poi sono famiglie quelle che hanno subito il dramma della ludopatia e sono famiglie quelle che lavorano in questi luoghi, è chiaro che c’è un tema sociale di fondo che ci preoccupa. Il tema delle sale scommessa, quindi mono offerta, è un tema diverso a chi ha integrato le macchinette in altri esercizi, per quelli si studierà come la loro delocalizzazione potrebbe avvenire ed evitare che questo spostamento faccia perdere dei posti di lavoro”, ha aggiunto. “Quello che non accetto e che in un certo modo mi ha colpito in termini politici, è quello di porre un tema serio, di crisi economiche e di chiusura che ha subito il settore come agevolazione del gioco illegale e le mafie. È un fatto grave affermare che la regione con una legge regali milioni alle mafie, è un’affermazione molto grave perché delegittima un organo istituzionale che legifera direi abbastanza chiaramente per il bene pubblico e non certo per il bene delle associazioni criminali. Capisco che possa essere una frase ad effetto, ma non vi è evidenza di questo. La nostra proposta non è proibizionista ma si fonda sul capire come salvaguardare delle categorie deboli continuando comunque a permettere alle attività di esercitare. Questa equivalenza che è stata fatta tra una norma a tutela della persona che automaticamente alimenti lo sviluppo dell’arricchimento della malavita non è così evidente. Il legislatore ha il compito principale di tutelare un bene superiore come la salute pubblica, che evidentemente viene prima dell’arricchimento di alcune catene”, ha continuato. Sulla retroattività ha detto: “Il problema è che si è compreso il tema del danno, il fatto di non aprirne nuove è perché si è capita la problematica, quindi poter intervenire su ciò che è presente è in parte un poter riequilibrare qualcosa su cui non si era ragionato. Il tema dell’offerta di questo tipo di giochi è stabilito dal mercato e quindi quando lo stato subisce le conseguenze del mercato e si accorge che la liberalizzazione ha creato degli scompensi si deve intervenire. Io su questo sono molto realista, penso che con le categorie si può ragionare, si può capire e vedere realmente il tema del distanziamento. Non richiamo a un tema di durezza punitiva ma al fatto che dobbiamo bilanciare un tema di commercio e di mercato con la saluta pubblica”. “Ci sarà da capire quante sono, dove sono e quali possano spostarsi o chi potrà rimanere. Ci sarà una valutazione per quelle attività dove si potrà effettivamente togliere le macchinette e incentivare questo attraverso degli aiuti, per altri centri dedicati solo al gioco si agirà diversamente se queste si trovano in zone particolarmente sensibili, sarà da valutare”, ha concluso. cdn/AGIMEG