La Commissione Bilancio della Camera ha approvato un emendamento alla legge di stabilità che introduce la cosiddetta “web tax”: la proposta emendativa, presentata dal deputato del Pd Edoardo Fanucci, prevede infatti che le società che operano sul web abbiano la partita Iva italiana, in modo che i volumi di vendita realizzati, per esempio con il commercio elettronico ma anche con il gioco on line, vengano fatturati in Italia. ”La web tax – ha dichiarato Fanucci – riporta equità fiscale in un sistema, come quello dell’economia digitale, che per troppi anni è stato soggetto a un vuoto normativo che ha consentito abusi di diritto e vantaggi fiscali ingiustificati”. Di seguito il testo dell’emendamento: “1. I soggetti passivi che intendano acquistare servizi on line sia mediante operazioni di commercio elettronico sia diretto che indiretto, anche attraverso centri media e operatori terzi, sono obbligati ad acquistarli da soggetti titolari di una partita IVA rilasciata dall’amministrazione finanziaria italiana. 2. Gli spazi pubblicitari on line e i link sponsorizzati che appaiono nelle pagine dei risultati dei motori di ricerca (servizi di search advertising), visualizzabili sul territorio italiano durante la visita di un sito internet o la fruizione di un servizio on line attraverso rete fissa o rete e dispositivi mobili, devono essere acquistati esclusivamente attraverso soggetti, quali editori, concessionarie pubblicitarie, motori di ricerca o altro operatore pubblicitario, titolari di partita IVA rilasciata dall’amministrazione finanziaria italiana. La presente disposizione si applica anche nel caso in cui l’operazione di compravendita sia stata effettuata mediante centri media, operatori terzi e soggetti inserzionisti”. rov/AGIMEG