“Per una volta siamo d’accordo con il Sen. Endrizzi: le storture della normativa vigente in materia di giochi devono essere modificate e la proroga al 31 dicembre 2020 del termine per dismettere le slot di vecchia generazione sono un atto di responsabilità di un governo che deve tenere in viva considerazione l’attività delle aziende del comparto degli apparecchi da intrattenimento e dei loro occupati, alla luce degli investimenti fatti negli anni a causa dei continui cambiamenti operati ai danni del solo settore degli apparecchi da intrattenimento”. Così Domenico Distante, presidente dell’Associazione Nazionale Sapar, commentando la notizia dell’intervento della Senatrice Boldrini durante i lavori della Commissione Igiene e Sanità, durante il quale ha definito le disposizioni in materia di gioco d’azzardo contenute nella legge di Bilancio “Regressive rispetto alla normativa vigente”. “Mi fa piacere che ci sia stato il pronto intervento del Sen. Endrizzi a controbattere le discutibili osservazione dell’ex presidente della Camera – ha proseguito il presidente Sapar – soprattutto perché arrivano da un esponente del movimento pentastellato, da sempre forti detrattori del gioco; forse la politica sta cominciando a comprendere che dietro al gioco legale c’è un’industria fatta di persone che hanno pari diritto a lavorare come in qualsiasi altro comparto, che bisogna intraprendere un percorso diverso per la salvaguardia del giocatore potenzialmente patologico, che vada nella direzione della formazione ed educazione al gioco sano, e non del proibizionismo fine a se stesso”. Prosegue quindi Distante auspicando che “venga riproposto in Senato l’emendamento alla Manovra ritirato in Commissione Bilancio della Camera, nel quale tra l’altro veniva indicata l’abrogazione del nuovo aumento del Preu sulle sole slot e vlt, pari allo 0,5% rispetto alle aliquote già fissate la scorsa estate con il decreto dignità. In particolare la tassazione sulle AWP supererà la soglia del 70%, cifra impensabile per la sopravvivenza del comparto. Serve un intervento deciso e mirato a tutela delle piccole, medie imprese e dei suoi occupati, oltreché a salvaguardare la figura del gestore, vincolato da contratti in essere con i concessionari che sono vessatori e limitanti: il governo deve intervenire su di essi perché non è concepibile che un concessionario possa avere la possibilità di rescindere un contratto senza motivazione, cancellando così all’improvviso attività che magari esistono da 40 anni. Servono maggiori garanzie e tutele per tutti”. cdn/AGIMEG