Lavoratrice sala bingo Milano: “Stanno distruggendo il mio sogno di aver trovato un bellissimo lavoro. A chi ci governa chiedo solo di farci tornare a sorridere, di poter ricominciare a urlare ‘ultima’”

“Il Governo ha dettato regole e modalità attraverso cui rilanciare vari settori: dai bar ai ristoranti, passando per il commercio al dettaglio, arrivando ai parrucchieri ed estetisti. Linee guida, quasi uguali per tutti, che permetteranno a molti italiani di alzare finalmente le saracinesche e poter ripartire. Se questo avviene per alcuni, altri settori vengono lasciati indietro, se non del tutto dimenticati. È la lotta dei tanti dipendenti sale bingo costretti non solo a rimanere a casa, ma beffati anche da un Governo che ha chiuso ogni forma di confronto con loro. Molte sono state le uscite fuori luogo di alcuni esponenti politici che, oltre ad additare questo settore, hanno richiesto la loro chiusura definitiva. In un’Italia dove assassini, mafiosi, delinquenti vengono messi in libertà, i dipendenti di sale bingo sono stati messi agli arresti domiciliari a data da destinarsi”. E’ la dura protesta di Antonella Di Fiore, una delle migliaia di lavoratrici e lavoratori del settore del bingo, 8 mila dipendenti delle sale italiane in questo momento senza un futuro, senza date certe sulla ripartenza mentre l’intero Paese è in piena Fase 2 dopo mesi di lockdown.
“Il gioco lecito è da anni sotto accusa: varie sono le iniziative da parte del Governo per poter fronteggiare il problema della ludopatia. Come è giusto tutto ciò, è altrettanto giusto dare merito a questa classe di lavoratori: persone che non conoscono Natale, Capodanno, weekend. Individui che hanno permesso all’erario entrate pari a 11 miliardi di euro. Attraverso il gioco lecito si è riusciti, in parte, a contrastare le varie mafie che, in questo momento di crisi, stanno rialzando la testa. La domanda ‘lecita’ di tutti i dipendenti è il perché uno Stato, che prima ha concesso tale attività tassandolo sempre più di mese in mese, adesso chiude le porte in faccia. Ci si chiede se saranno considerati come ultimi o se questa sarà l’ultima volta per loro. Tante persone attendono sapere quale sarà il loro destino, se potranno a continuare a fare il proprio ‘lavoro’. Lavoro tra virgolette, perché per molti non è considerato come tale. Chi non vive una sala bingo non può capire le dinamiche che all’interno si vengono a creare. Le sensazioni, le emozioni che nascono vengono descritte come un qualcosa mai vissuto in altre realtà lavorative precedenti”.
“Anche io che scrivo sono una dipendente di sala bingo. Lavoro come venditrice di cartelle ai tavoli presso la sala bingo Better Now/Zara di Milano. Sono una palermitana che 5 anni fa ha provato a cambiare la sua vita in meglio trasferendosi a Milano. La speranza per chi viene dal sud è di trovare quella stabilità lavorativa che rende felici. Non potevo trovare di meglio: sono stata accolta, abbracciata, accudita da clienti, colleghi e titolari. Dopo 5 anni continuo a dire grazie a tutti quanti. Milano è una grande città che ti fa sognare e tutti loro mi hanno aiutata a credere ancora nei sogni. Con la speranza di ricominciare a sorridere ed urlare ‘ultima’”. cr/AGIMEG