Lavoratore slot Piemonte ad Agimeg: “Non voglio sussidi ma poter tornare a lavorare. Legge regionale cancella migliaia di posti di lavoro e favorisce il gioco illegale”

Dal Nord al Sud Italia, si leva la voce di protesta dei lavoratori del gioco pubblico che lamentano il prolungato stato di chiusura forzata delle attività di gioco ed il pregiudizio della politica e dell’opinione pubblica nei riguardi del settore. “Sono un giovane piemontese di trentadue anni – racconta ad Agimeg Alessandro Rosso – e finita la scuola ho subito iniziato a cercare lavoro. L’ho trovato in una azienda che noleggia slot machine e giochi da intrattenimento per bar, la mia mansione è tecnico riparatore. Piano piano questa ditta è diventata una seconda famiglia per me. Amo il mio lavoro e vorrei continuare a farlo. Purtroppo per il nostro settore è entrata in vigore la legge 9/2016, la cui conseguenza è stata una diminuzione drastica del lavoro e molti miei colleghi hanno scelto una strada diversa. Se questa legge non verrà modificata ci saranno moltissimi altri tagli in tutto il settore del gioco legale e dell’indotto. Queste aziende creano posti di lavoro che vengono annullati con una semplice legge regionale. Migliaia di persone rischieranno il posto di lavoro. Il rammarico di noi dipendenti – prosegue il lavoratore – sarà quello di essere licenziato non per causa nostra, ma per colpa di una legge che non ci considera. Non ci lamentiamo inutilmente, non vogliamo il reddito di cittadinanza e sussidi vari, ma vogliamo alzarci ogni mattina, andare a lavorare come qualsiasi altra persona. Tutti ci considerano cattive persone che approfittano della gente che gioca, ma in realtà siamo la prima barriera contro il gioco illegale. Quindi non siano malfattori né tantomeno lavoratori di Serie B. Il 20 maggio dopo 3 anni di agonia conosceremo il nostro futuro. Continuiamo a sperare che la regione Piemonte prenda provvedimenti in nostro favore”, conclude. lp/AGIMEG