“Scommettiamo che il proibizionismo sul gioco d’azzardo, a cui sembra decisamente orientato il governo, non porterà a niente di buono? Anzi, provocherà (o provocherebbe: spero che la legge non vada in porto) molti guai distruttivi e preoccupanti problemi”. Così si legge in un articolo pubblicato su ‘La Verità’ di oggi. “Le riflessioni – prosegue l’articolo – sono semplici: la prima è che il proibizionismo non solo non è mai servito a nulla, ma ha favorito i profitti e le incursioni della malavita, come si è visto con il proibizionismo più famoso, quello contro l’alcool negli Stati Uniti. Giochi d’azzardo, scommesse e lotterie sono ammessi in tutti i Paesi occidentali, dove producono entrate per le casse dello Stato e generano anche occupazione. E tutti sappiamo bene quali siano in Italia le urgenze dei bilanci e della disoccupazione. Qual è dunque il problema? In qualsiasi settore della società in cui esista una forte circolazione di denaro si verificano eccessi, episodi di corruzione, furti e truffe. Altrove, però, lo Stato non proibisce, ma vigila e interviene quando la gestione del gioco non è corretta. In Italia quindi lo Stato non potrebbe (dovrebbe) fare altrettanto? Perché non lo fa? C’è una spiegazione razionale per cui si dovrebbe rinunciare a ragguardevoli entrate fiscali e all’importanza sociale di centinaia di migliaia di posti di lavoro? Senza contare gli apporti, stabiliti per legge, ad iniziative culturali… La domanda di fondo diventa quindi: lo Stato, in Italia, esiste?” lp/AGIMEG