Jarre (psicoterapeuta): “Che la raccolta non sia quanto spendono i giocatori è solo retorica senza fondamento scientifico. Solo una favola l’emersione del gioco illegale grazie a quello legale”

“La retorica alla quale siamo stati sottoposti vorrebbe che la raccolta non è la spesa dei giocatori. Ma quelli sono soldi che i giocatori hanno tirato fuori di tasca. E non c’è uno studio scientifico che dimostri come i 158 miliardi di giocate dello scorso anno sarebbero stati destinati in precedenza al gioco illegale. La favola che il gioco legale avrebbe combattuto e fatto emergere quello illegale non ha alcun fondamento”. E’ quanto ha detto Paolo Jarre, psicoterapeuta, durante il convegno “Stati generali del gioco – La riforma nasca dal confronto e rimetta al centro la tutela della persona” in corso alla Camera.

“Oggi abbiamo 600.000 giocatori in più e il gioco online non ha certamente affrontato alcuno dei problemi che sono stati rilevati nel fenomeno dell’azzardo. L’unico intervento serio da pianificare è la riduzione dell’offerta. Il distanziometro non è stato un’idiozia ma solo un intervento un po’ grossolano. Bisogna piuttosto prescrivere dove si possono insediare dei punti gioco. Un po’ come i quartieri a luci rosse del Nord”, ha aggiunto.

“A proposito del travaso dal gioco fisico a quello online, direi che si è passati dal rovinare i patrimoni al rovinare i matrimoni, visto che si gioca in ogni momento anche mentre si sta a casa, invece di stare con la famiglia. E la pubblicità contro il gioco illegale, con i vari Lino Banfi o Abbatantuono, è un’autentica ipocrisia. Anzi, spinge a giocare perché sotto il messaggio “non giocare illegale” c’è il non detto “gioca con il gioco regolare””, ha concluso. gpm/AGIMEG