Giuseppe Tarricone (MST) ad Agimeg: “Le scommesse sulle corse dei cavalli valgono come quelle sportive e noi puntiamo sul loro rilancio”

dai nostri inviati a Londra – All’Ice di Londra, uno degli stand più frequentati ed apprezzati è stato quello della MST. La sua particolarità, oltre ad essere uno dei pochissimi stand italiani, è quella di essere l’unico dedicato all’ippica. A spiegare l’essenza di MST e la scelta coraggiosa di puntare sul mondo dei cavalli è Giuseppe Tarricone, ideatore del progetto MST, in un’esclusiva intervista rilasciata ad Agimeg.
Perché nasce MST?
Quando l’abbiamo lanciata, circa 4 anni fa, abbiamo cercato di coprire un buco che secondo noi non permetteva agli operatori di avere un prodotto all’altezza delle aspettative del mercato. MST è quindi nata per offrire un servizio completo, che spazia dalla gestione del rischio alla tecnologia per offrirla nelle agenzie, per tutti coloro che intendono offrire il meglio ai loro utenti per quanto riguarda il mondo dei cavalli. Ed MST ha vinto la sua scommessa, fatto sta che grandi aziende concessionari hanno scelto di usufruire dei nostri servizi.
La scelta di puntare sull’ippica sembra contro corrente rispetto alle sensazioni che arrivano dal mercato.
Già quando fummo i primi a lanciare la quota fissa sull’ippica qualcuno ci prese per pazzi, ma i fatti invece ci diedero ragione. Oggi posso affermare con certezza che le scommesse ippiche sono più giocate di quelle sportive. Anche in questo caso potremmo essere presi per pazzi o la cosa potrebbe sembrare una semplice provocazione, ma invece i dati confermano quanto affermiamo. Nell’ultimo anno le agenzie fisiche di scommesse sportive hanno raccolto, al netto del live, circa 3,5 miliardi di euro. Nello stesso periodo le agenzie ippiche 650 milioni di euro. I negozi per le scommesse sportive sono circa 10mila, quindi ogni punto ha una raccolta di circa 350mila euro. Le agenzie che offrono le scommesse ippiche sono 2.200 e quindi ognuna di loro ha un valore di 272mila euro. Già semplicemente con questo dato la forbice di lavoro tra i due segmenti non è così ampia. Se ci aggiungiamo poi che l’offerta dello sport è spalmata su 24 ore mentre quella sull’ippica su sole 5 ore e le differenze importanti di eventi offerti in palinsesto, si può affermare tranquillamente che quanto meno l’ippica vale quanto lo sport a parità di condizioni.
Ma quale futuro si prospetta per l’ippica italiana?
Secondo me un profilo più roseo di quello che si pensi. Già il fatto di essere passati alla tassazione sul margine invece che sul turnover è stato un passo importante per rendere più performante il prodotto agli operatori. Adesso sarà importante arrivare al palinsesto complementare che tanto bene ha portato alle scommesse sportive e che sono sicuro contribuirà al rilancio anche di quelle ippiche. Insomma è importante percorrere una strada che elimini la disparità tra i due segmenti. Importanti e diverse nazioni, come ad esempio Stati Uniti, Francia e Inghilterra, hanno nelle scommesse dei cavalli un fiore all’occhiello nella loro proposta di gioco. Noi puntiamo perché lo ridiventi anche in Italia, come succedeva fino a 20 anni fa. Abbiamo chiesto al Ministero di riferimento di poter far puntare sull’ippica italiana anche all’estero ed il progetto in Danimarca è andato molto bene e adesso stiamo puntando su alcuni mercati dell’est come Ucraina, Bielorussia e Croazia. Abbiamo anche chiesto al Mipaft che la nostra ippica, che ricordiamo è ancora il terzo mercato di riferimento in Europa, possa essere offerta anche all’estero da chiunque ne faccia richiesta avendo i requisiti adatti.
Insomma sport e ippica come fratelli e non più come estranei.
Mi ricordo una frase che mi disse un grande esperto di ippica in merito alle persone che preferivano le scommesse sportive e quelle che invece sceglievano l’ippica: “tutti i giocatori di dama vorrebbero giocare a scacchi, ma nessun giocatore di scacchi vorrebbe giocare a dama”. es/AGIMEG