Fa rabbia e malinconia vedere l’ippica nello stato in cui si trova. “Rabbia perché per esempio avevo proposto agli ippici di recuperare risorse attraverso regime di contributo forfettario statale che non è stato accettato e che avrebbe aiutato. La rabbia ce l’ho anche con me per non essere stato abbastanza convincente. Malinconia perché quando ho cominciato il mio lavoro le scommesse erano solo sull’ippica, oggi è il fanalino di coda rispetto a tutte le altre scommesse”. Li dice Maurizio Ughi, amministratore unico di Obiettivo 2016, in un’intervista pubblicata oggi da Il Giornale. Secondo Ughi, basterebbero tre passaggi per invertire il trend. “Uno: bisogna che lo Stato faccia il proprio dovere. In questi anni ha aggredito il settore ippico con altre forme di gioco accettando praticamente di tutto. Bisognerebbe che il governo e il Parlamento reinvestissero sull’ippica, perché un settore in crisi ha bisogno di un soggetto che metta disposizione risorse per rilanciarlo” E poi, “L’intervento dei privati che avrebbero strategie per rilanciare il settore. Ma i privati tornano ad investire solo se lo Stato ritrova credibilità”. E infine, «L’ambiente ippico non voglio dire sia litigioso ma ha troppe visione diverse sul da farsi. Non voglio però perdere la speranza che le cose possano cambiare. Ma uno volta che lo Stato è presente e che i privati danno continuità ai propri investimenti poi è più facile che l’ambiente sia unito. Anche perché sono i primi a pagare la crisi”. E sui tempi necessari per tornare al livelli di un tempo, “Se Parlamento e Governo danno una mano in due o tre anni l’ippica può ritrovare la sua energia e la sua vitalità”. lp/AGIMEG