“Un comitato costituito dai principali attori della filiera, nato per diventare referente istituzionale del settore ippico, per salvaguardare e rilanciare il comparto, mantenere posti di lavoro, garantire il benessere animale, valorizzare gli investimenti e le competenze e per rinnovare le scommesse ippiche, facendo diventare il settore un mercato autonomo ed autosufficiente”. Sono questi gli obiettivi principali dell’Ihra (Italian Horse Racing Association), spiegati dal presidente di Snai Giorgio Sandi, durante la conferenza stampa di presentazione dell’associazione candidata per la gestione della Lega Ippica Italiana.
“L’ippica deve essere considerata come un settore industriale. Il nostro obiettivo è diventare subito il referente di soggetti nazionali e internazionali. Intendiamo quindi promuovere il settore, non adeguatamente valorizzato negli ultimi tempi. Dobbiamo inoltre preservare gli attuali posti di lavoro – per ogni cavallo ci sono due posti di lavoro – e tutelare gli animali. E ancora è necessario rivalutare le scommesse ippiche, lanciare prodotti attrattivi, con payout più accattivanti, e promuovere delle scommesse “esotiche”, ovvero quelle che possono attrarre degli scommettitori non tradizionali”. Lo ha detto Giorgio Sandi alla conferenza di presentazione dell’IHRA, in corso di svolgimento a Roma. Sandi ha inoltre brevemente descritto la composizione dell’associazione. Oltre agli esponenti della filiera, ha annunciato che ne faranno parte anche dei rappresentati del Mipaaf e dell’Aams, “per assicurare la trasparenza della gestione”. E sono state anche presentate le previsioni di spesa elaborate dal Mipaaf e dal MEF, secondo le quali saranno necessari 173,7 milioni nel 2014, che diventeranno 195,7 nel 2015, e infine 197,3 nel 2016. Parte di questi fondi deriveranno ancora dai trasferimenti al monte premi da parte del Mipaaf (nei tre anni 97,7, 119,7 e 121,3 milioni), ma anche da risorse interne, come – oltre ai proventi delle scommesse ippiche – anche parte di quelli delle scommesse virtuali, e la vendita dei diritti televisivi sulle corse (stimati in 15 milioni l’anno). Sui costi, priorità al monte premi, e una ripartizione predeterminata tra monte premi e provvidenze. “L’IHRA intende potenziare gli accordi internazionali per promuovere l’offerta commerciale – ha proseguito Sandi – e stimiamo tra i costi fissi: 10 milioni per la gestione delle corse, 3 per la gestione dell’Ihra, 20 per il marketing, 10 per la produzione, diffusione e raccolta del segnale tv. In particolare, sotto quest’ultimo profilo, “rendere lo spettacolo più emotivo aiuterà a vendere il prodotto e ad aumentare la partecipazione dello spettatore”, ha concluso Sandi. gr/AGIMEG