Il decreto sulle società di corse, adottato il 25 marzo 2016, che trasforma “in maniera unilaterale” la natura delle società di corse, da corrispettivo in sovvenzioni “appare motivato solo dall’interesse del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali di evitare il confronto con le società di corse per la determinazione di un equa remunerazione dei servizi resi e per ridurre i corrispettivi in favore delle società di corse da 57 milioni a 49,5 milioni di euro”. Lo rileva in Aula alla Camera il deputato Morassut (Pd) in un’interrogazione a risposta scritta rivolta al ministero delle Politiche agricole, in cui chiede quali iniziative “intende assumere il ministro interrogato per rimuovere le cause che hanno determinato siffatta grave ed insostenibile situazione che determina un vero e proprio assurdo giuridico; e consentire la ricostruzione di un rapporto di collaborare con le associazioni imprenditoriali che reclamano la costituzione di un tavolo comune di confronto tecnico-giuridico”. Nella sua interrogazione il deputato ricorda che “le associazioni delle società di corse (Ani, Coordinamento, Federippodromi e Uni) hanno indetto di recente una conferenza stampa per evidenziare l’attuale e drammatica situazione che le imprese dei settore attraversano e che, in assenza di adeguati interventi, rischia di travolgere l’intera filiera ippica. Appare evidente l’assoluta incongruità delle risorse messe a disposizione nella totale assenza di un contraddittorio tecnico-giuridico sulla natura giuridica del rapporto e sulle modalità operative di erogazione delle risorse stesse”. dar/AGIMEG