Ippica in agonia (video). Passamonti (SGI): “Ministero assente”

Sono questi gli ultimi giorni di vita di un settore storico, patrimonio della tradizione sportiva italiana e mondiale: a rischio fino a 50.000 lavoratori, il destino di tutti gli ippodromi italiani e di migliaia di cavalli di razza.


Per denunciare questa drammatica situazione è stata organizzata oggi, presso la sede della Stampa Estera, una conferenza. Partecipano alla conferenza: Massimo Passamonti, presidente Confindustria Sistema Gioco Italia; Tomaso Grassi, presidente Hippogroup e consigliere Federippodromi; Enrico Tuci, rappresentante degli allevatori.

 

“Il progetto di rilancio dell’ippica – spiega Massimo Passamonti – è un’idea che ha alla sua base la restituzione della dimensione imprenditoriale al settore, fondata sulla responsabilità imprenditoriale degli attori della filiera che sono deputati all’organizzazione dello scenario in cui l’evento ippico trova la sua dimensione. Il progetto nell’ultimo anno si è modificato, allargando i soggetti che a vario titolo possono partecipare, ma il filo conduttore è sempre il medesimo. L’ippica può avere solo due matrici. Una è quella allevatoriale, l’altra è relativa all’offerta di gioco pubblico intesa come intrattenimento.

 

[videoplayer file=”https://www.jamma.it/clips/ippicaestera.f4v” /]

 

Rispondendo a Federippodromi e alla politica, abbiamo attivato un confronto che vedesse coinvolte le maggiori realtà ippiche italiane. Mentre si affinava questa progetto, definendo anche che il 2017 come termine ultimo per verificare il riscontro di tale opera, abbiamo però purtroppo assistito alla spettacolare assenza del Ministero delle Politiche agricole, ovvero, di quell’Ente che dovrebbe essere il naturale riferimento della nostre azione. Dal ministro abbiamo ricevuto solo dichiarazioni estemporanee che non ci sono sembrate adeguate per risolvere il problema.

 

Dichiarazioni che hanno lasciato interdetti tutti gli operatori che in questi mesi hanno atteso una soluzione. Il tutto mentre la crisi continua a imperversare. Se in Parlamento la delega fiscale non dovesse essere approvata con quel particolare riferimento all’ippica credo che giungeremo presto alla fine dei giochi. Scenario che costituirebbe un danno clamoroso non solo per il settore, che ha in sé delle enormi valenze, ma anche per tutto il nostro Paese.

 

[videoplayer file=”https://www.jamma.it/clips/ippicaestera1.f4v” /]

 

“Avevamo la speranza – confessa Tomaso Rocchi – che la delega passasse e invece è stata rinviata. Abbiamo comunque ancora delle speranze che il decreto legislativo tramite cui salvare sull’ippica. Possa essere alla fine approvato. Il ministero, da par suo, ha finora affrontato il problema in maniera sbagliata, così come l’Aams, che cercava di far credere che le cose non erano poi così drammatiche. Quel che è certo è che nessuno pensava che gli ippodromi potessero sopravvivere con 50 milioni in meno così come nessuno credeva che i corridori potessero continuare a competere con premi dimezzati e pagati con forti ritardi.

 

Alcuni ippodromi sono stati salvati all’ultimo altri come Modena e Montecatini hanno paventato la chiusura. E’ evidente dunque che non basta andare alle aste e dire che il prossimo anno il montepremi crescerà. Ciò che più ci amareggia è che il ministro, oltre a non intervenire per sanare l’emergenza, non ha fatto nemmeno nulla per il rilancio. Le uniche soluzioni proposte, come le modifiche delle scommesse, erano soluzioni irrealizzabili. Un atteggiamento passivo che ha portato solo confusione, su cui non oggi non possiamo tacere”.

 

[videoplayer file=”https://www.jamma.it/clips/ippicaestera2.f4v” /]

 

“La situazione è disperata – afferma con amarezza Enrico Tuci – e non può continuare. Se le aziende di allevamento, che io rappresento, sono dovute scendere in campo e coinvolgere tutte le parti per chiedere insieme qualcosa di nuovo è perché c’è qualcosa che non funziona. Noi tutti siamo convinti che il progetto presentato sia l’unica àncora di salvezza per scongiurare la cancellazione di un mondo che, da parte degli organi di informazione non ha avuto molto appoggio e risalto. Negli ultimi anni abbiamo sempre chiuso un occhio, ma ormai la misura è colma. La domanda è: perché non possiamo dare a questo settore la stessa dignità che ha all’estero? In tal senso, crediamo che questo progetto abbia indiscusse potenzialità per salvare l’ippica. Il punto di partenza di quest’azione è che non esiste un settore che sia competitivo se gestito dallo Stato. La soluzione? Abbiamo bisogno di un sistema democratico che metta gli ippici virtuosi alla guida del settore. Dobbiamo ritrovare credibilità e competenza, facendo ritornare l’ippica nel costume degli italiani tramite campagne pubblicitarie. Questo è il percorso. O si da una svolta o si chiude in maniera definitiva”.

 

[videoplayer file=”https://www.jamma.it/clips/ippicaestera3.f4v” /]