“Siamo compiaciuti dalla prontezza con cui il governo ha riacceso il percorso della riforma rimettendo le sue componenti nelle condizioni di definire il testo del decreto con il quale si darà vita all’organismo che gestirà il settore in maniera privatistica rispondendo esattamente al concept da noi indicato in tutti questi anni col progetto Lega Ippica Italiana. Cogliere l’opportunità, e soprattutto la tempistica, (del ddl competitività, ndr) è stata una manovra che ha consentito di riaprire una strada rapida per proseguire il lavoro già approfondito nell’ambito della delega fiscale e offrire la possibilità di cambiare le regole e riallinearsi ai paesi ippicamente più evoluti”. Lo rilevano gli imprenditori ippici in una nota, ribadendo che “adesso i tempi dovranno essere veramente rapidi perché ogni giorno assistiamo alla lacerazione di una filiera che solo pochi anni fa potevamo considerare una delle più nobili del mondo. Non solo, serve anche dare un taglio netto col passato e cancellare tutti quei legami e quelle mentalità (molto discutibili anche dal punto di vista etico) che ancora costano al settore sia in termini economici che in efficienza. Piccoli e grandi orticelli in cui molti hanno sguazzato in passato e dove qualcuno naviga alla grande ancora oggi, in barba alle difficoltà degli operatori del settore. Purtroppo la gestione ministeriale, erede di Unire e Assi, non riesce a far altro che tentare di tappare buchi che ormai sono diventati voragini. Ma lo fa senza alcuna visione del futuro e con goffi tentativi parziali che non si inquadrano in nessun piano di rilancio e che ogni giorno si rivelano assolutamente inutili, se non dannosi. L’incompetenza della gestione tecnica, completamente incapace di migliorare il prodotto corsa e di controllare la correttezza e la legalità di quanto avviene ogni giorno nei nostri ippodromi, si sposa ad una gestione amministrativa che sta strozzando le nostre aziende e tutti gli appassionati che ancora, animati da un encomiabile amore verso i nostri cavalli, riescono incredibilmente a sopportare un comportamento del gestore spesso irritante”. Per l’associazione, “la riforma è l’occasione per fare le cose fatte perbene e ridare ai rappresentanti delle Aziende più qualificate del settore, rispondenti a severi requisiti di integrità economica e morale, la possibilità di costituire qualcosa di serio e proiettato verso il futuro e metterlo nelle condizioni di gestire in maniera moderna e funzionale un settore con delle opportunità eccezionali. Non perdiamo di vista i principi necessari affinché questo avvenga”. dar/AGIMEG