“Lo stop alla pubblicità delle scommesse, previsto dal “decreto Legge Dignità”, ha suscitato molte critiche tra cui quelle della Lega Calcio e della Lega Basket. Visto che la questione dovrà essere presto discussa in Parlamento, ci limitiamo a porre le seguenti domande per quanto riguarda l’ippica: Come si può conciliare questo Decreto con il fatto che l’ippica italiana, gestita dal Mipaaf, è finanziata direttamente dalle scommesse ippiche? Come si può pensare di “classificare“ gli ippodromi sulla base di quanto si scommette sulle corse dei cavalli? Come si può stabilire le sovvenzioni agli Ippodromi proprio sulla base di quante scommesse vengono raccolte? Come può il ministero delle Politiche Agricole continuare a considerare “redditività“ la raccolta delle scommesse ippiche?”. Sono le parole del presidente del Coordinamento Ippodromi, Attilio D’Alesio. “Una cosa è certa: con lo stop alla pubblicità delle scommesse sarà ancora più difficile rilanciare l’ippica che, purtroppo, fino ad oggi è, per legge, strettamente vincolata proprio alle scommesse. Ci auguriamo che il Parlamento ed il Ministero delle Politiche Agricole riflettano anche su questi punti”, ha concluso. cdn/AGIMEG