Ippica, coordinamento ippodromi: “Dotarsi di una sola struttura che rappresenti tutte le società di corse è unica via per salvare il settore”

Costituire un gruppo di lavoro “con un solo importantissimo obiettivo: dotarsi di una struttura organizzativa unitaria e di rappresentanza delle società di corse. Solo se ci organizzeremo meglio, forse, qualche possibilità di salvare i nostri ippodromi e l’ippica nazionale potremo ancora averla”. La proposta arriva dal presidente del coordinamento ippodromi, Attilio D’Alesio, l’associazione che “da quasi cinque mesi ha avviato un percorso di
collaborazione con Ani, Federippodormi e Uni”. D’Alesio ricorda le tappe della collaborazione: “il 2 novembre abbiamo abbandonato il tavolo di lavoro con il Ministero; a dicembre abbiamo organizzato numerose conferenze stampa a Roma ed in tutta Italia; a novembre abbiamo dato vita ad una di cabina di regia ed abbiamo incontrato il ministro del Lavoro Poletti; il 28 dicembre il Ministero ha deliberato una convenzione per due mesi, che tutti gli ippodromi hanno sottoscritto con riserva e che dopo le osservazioni della corte dei conti è stata, giustamente, annullata. A febbraio il ministero ci ha Convocato tre volte, confermando che le risorse per il 2016 sono pari a 49,5 milioni, che i corrispettivi sono sovvenzioni e che farà una convenzione unilaterale per tutto l’anno. In tutto questo periodo siamo riusciti a tenere una linea abbastanza unitaria e condivisa. Da questa linea si sono dissociati ufficialmente solo tre ippodromi: Taranto, Firenze, Follonica. Il 15 febbraio ci siamo incontrati a Capannelle e deciso di sottoscrivere un patto congiunto. Il 21 febbraio abbiamo fatto una nuova assemblea e poi incontrato il capo dipartimento ed il direttore del Ministero e richiesto un nuovo incontro al sottosegretario Castiglione. Il 10 marzo abbiamo fatto un comunicato molto chiaro che ha riassunto puntualmente la nostra posizione sui finanziamenti e sulla convenzione. Noi continueremo a sostenere la assoluta inadeguatezza dei 49,5 milioni ed insisteremo per avere almeno il finanziamento del 2015 ma è anche necessario provare a fare qualche passo avanti per organizzarci meglio e per evitare che anche questa volta finisca tutto nel nulla”. dar/AGIMEG