Il settore dell’ippica sta vivendo in Italia anni difficili, con il comparto che soffre da un punto di vista economico e le manifestazioni che fanno fatica ad attrarre pubblico e investimenti. I costi elevati degli ippodromi e dei cavalli rischiano di mettere in ginocchio gli allevatori e la politica spesso sembra distante da tutti questi problemi.
In Italia però, precisamente a Civitanova Marche, è presente da tanti anni una realtà che vuole tenere vivo il ricordo degli anni d’oro dell’ippica, con la speranza che un giorno il settore possa ritornare ai fasti di un tempo. Si tratta del Museo Storico del Trotto, fondato da Ermanno Mori, leggendario allevatore e figura storica dell’ippica in Italia.
“Varenne che storia” e “Sul filo del traguardo” sono due fra le molte pubblicazioni edite dal Museo Storico del Trotto, fra cui spicca la “Cronistoria del Trotto” che, in due volumi, raccoglie tutta la documentazione storica sulla storia delle corse al trotto e dei suoi protagonisti.
Adesso è la figlia Alessandra a portare avanti il progetto del padre. Un luogo dove si respira ippica e cavallo a 360 gradi, un patrimonio archivistico unico nel nostro paese. Cimeli, documenti, manifesti delle corse, oggetti storici: tutto ciò che riguarda la storia dell’ippica, del cavallo e degli ippodromi italiani è presente al Museo Storico del Trotto, visitabile solo su prenotazione.
“Mio padre Ermanno era diventato uno storico dell’ippica in Italia e ha voluto dare un luogo alla sua passione tramite questo Museo”, racconta ad Agimeg Alessandra Mori. “Qui si può trovare di tutto, documenti, manifesti, cimeli dedicati a corse del trotto e alle fiere ippiche e su tutto il tema del cavallo. Abbiamo tutta la documentazione degli ippodromi italiani. Un museo che da un punto di vista dell’archivio è unico in Italia, mio padre ha fatto un lavoro di ricerca molto approfondito”.
Anni da ricordare e che rivivono in questo luogo magico, con la speranza che possa essere di ispirazione per il futuro del settore in Italia: “Il futuro dell’ippica in Italia è molto difficile da comprendere, non c’è chiarezza – prosegue Alessandra Mori – Mancano i cavalli e i proprietari, mancano tutte quelle persone che trovavano nell’ippica divertimento e svago. Dal 2010 abbiamo assistito solo a tagli pesanti, ormai si va avanti solo per pura passione ma da un punto di vista economico non ci sono le condizioni per un futuro roseo”.
“Bisognerebbe riportare la gente negli ippodromi, il settore fa il massimo e si impegna ma mancano proprio gli elementi per un futuro solido. Peccato perché gli appassionati ci sono, il settore affascina. Un tempo andare all’ippodromo era una festa, dovrebbe tornare ad essere così”, il suo appello.
Ma a cosa è dovuta questa crisi dell’ippica in Italia? “Questo tracollo è dovuto alla perdita della centralità degli ippici nelle varie associazioni e istituzioni, perché ultimamente i ruoli di vertice sono stati ricoperti da persone non provenienti dall’ippica. Le cose non peggiorano mai dall’oggi al domani, è stato un percorso graduale. Quando si perde la centralità del cavallo, si perde tutto”.
“Certo anche noi come ippici abbiamo sbagliato, i discorsi sono sempre gli stessi e si perde il contatto con quello che succede all’esterno. Il cavallo è un simbolo, è emblematico, ma se non si mette al centro anche come cura dell’animale, manca trasversalità. Anche perché gli ippodromi sono molto costosi e mantenere i cavalli è costosissimo. Se togli i fondi e non incentivi i proprietari, allora è la fine. I premi sono bassissimi, servono a malapena a coprire i costi”, la spiegazione di Alessandra Mori.
La speranza però è l’ultima a morire: “E’ un gran peccato perché poi quando ci sono gli eventi ci si diverte, è un settore che affascina e attira i curiosi, quindi i margini ci sono ma non vedo segnali incoraggianti se non sforzi singoli e limitati. Quando si organizzano eventi e corse che coinvolgono le comunità o i comuni, funzionano e la gente risponde, ma ci vorrebbe un impegno più ampio, non solo del singolo. Noi nel nostro piccolo a Civitanova Marche abbiamo organizzato manifestazioni di successo e ci sono altri ippodromi in giro per l’Italia che si impegnano, ma ci sarebbe bisogno di una spinta a livello nazionale”.
lb/AGIMEG