Intervista a Daniele Martini (Il Fatto Quotidiano): “Sbagliata la politica del Governo in tema di gioco ma il settore paga oggi le sregolatezze del passato”

I suoi articoli, relativamente al settore del gioco, hanno spesso suscitato polemiche o quantomeno sono stati oggetto di discussione. Insomma gli articoli sul gioco a firma Daniele Martini, giornalista de “Il Fatto Quotidiano”, non passano inosservati: “Nei miei pezzi mi limito a segnalare situazioni sulle quali accendere un faro, soprattutto se i soggetti contrapposti sono Stato e concessionari – spiega Daniele Martini in una esclusiva intervista rilasciata al direttore di Agimeg Fabio Felici – ma capita anche di evidenziare particolari contesti nei quali si “sfidano” importanti operatori, come è stato nel caso del SuperEnalotto”. Ma cosa pensi della linea proibizionistica del Governo che, dopo aver alzato le tasse sul gioco in Italia (le più alte a livello europeo ndr), ha imposto il divieto di pubblicità e non fa mai mancare il proprio sostegno alle politiche espulsive (frutto del cosiddetto “distanziometro”) di molti comuni e regioni? “Penso che sia un grosso errore culturale. La storia insegna che il proibizionismo ha sempre fallito ed anche in questo caso non può essere la soluzione al problema della troppa offerta di gioco. Credo invece che ci voglia uno Stato più attento e preciso nel dettare e nel far rispettare le regole. Il settore paga ancora le sregolatezze del passato, quando il mercato del gioco era in forte espansione. Nessuno all’epoca si pose il problema delle conseguenze che potevano derivare da una regolamentazione del settore approssimativa e mal applicata. Ed è proprio da questa gestione del settore che arrivano problematiche come quelle che riguardano gli Enti locali. Non è infatti possibile che ogni Regione abbia una proprio regolamento sul gioco, dando vita ad un federalismo unico nel suo genere. Anche per questo oggi il gioco è alle prese con una cattiva reputazione mediatica”. A sostegno delle proprie tesi il Governo mette al centro di ogni discorso ed intervento la ludopatia? “Personalmente ho un atteggiamento molto laico sulla ludopatia. Siamo uno Stato di diritto e liberale e quindi il cittadino deve poter avere la massima libertà nella gestione delle proprie risorse economiche”. Hai lavorato per tanti anni a Panorama (fino al 2009 ndr), occupandoti a più riprese del gioco. Da allora il settore è cambiato? “E’ molto cambiato. All’epoca il del gioco era nel massimo splendore ma, come detto, ci fu una miopia culturale che sarebbe stata pagata negli anni a venire. Adesso il settore avrebbe bisogno di una voce unica, di un associazionismo in grado di affrontare in maniera forte e condivisa le tante problematiche. Invece – conclude Martini – ci troviamo in un sistema feudatario, con ogni operatore impegnato a tutelare solo i propri interessi, che non permette al mercato del gioco di essere al passo con i tempi”. ff/AGIMEG