IMU: sul condono maxipenali l’ok delle concessionarie non è scontato

Le concessionarie degli apparecchi da intrattenimento hanno accolto con una certa perplessità l’annuncio del Governo di voler finanziare almeno in parte l’abrogazione dell’IMU con una sanatoria sulle maxipenali delle newslot. Si attende ovviamente il testo del decreto, ma la soluzione maggiormente accreditata al momento è di riscrivere o modificare le norme sul condono erariale (art. 1 commi 231 e seguenti) della Finanziaria 2006 per estenderne la portata anche alla vicenda delle maxipenali. La Finanziaria consente il condono solo per “le sentenze di primo grado pronunciate nei giudizi di responsabilità dinanzi alla Corte dei conti per fatti commessi antecedentemente alla data di entrata in vigore della presente legge”, con la nuova norma il Governo quindi dovrebbe estenderne l’applicazione anche a vicende successive, dal momento che la questione delle maxipenali riguarda fatti che si estendono fino al 2007. Ma le perplessità riguardano soprattutto l’iter: la norma prevede che il soggetto condannato in primo grado, in sede di impugnazione, chieda che “il procedimento venga definito mediante il pagamento di una somma non inferiore al 10 per cento e non superiore al 20 per cento del danno quantificato nella sentenza”. La sezione di appello, “sentito il procuratore competente, delibera in merito alla richiesta e, in caso di accoglimento, determina la somma dovuta in misura non superiore al 30 per cento del danno quantificato nella sentenza di primo grado, stabilendo il termine per il versamento”. Insomma, estendendo questa norma, per arrivare al pagamento dei 700 milioni ipotizzati, è necessario non solo la domanda dei concessionari, ma anche il placet del giudice contabile. Un requisito non modificabile, perché altrimenti il Legislatore travalicherebbe le attribuzioni dei giudici, e la norma sarebbe sottoposta al giudizio della Corte Costituzionale. Inoltre, sebbene il parere della Procura non sia vincolante, e sebbene siano passati diversi anni da allora e le vicende economiche del Paese siano mutate, già tra il 2007 e il 2008 – all’avvio dell’azione contabile da parte della Procura – una delle concessionarie, Gamenet, chiese di definire la questione con una transazione. Richiesta che allora venne respinta dalla Procura. E ancora, ci sono forti dubbi sull’importo e sui tempi di pagamento. Le concessionarie verrebbero chiamate a pagare al massimo il 30% della somma originaria, quindi 750 milioni a fronte dei 2,5 miliardi conteggiati nella sentenza di primo grado, una somma che comunque rimane elevatissima, soprattutto considerando l’attuale situazione economica. Quasi tutte dovrebbero chiedere dei finanziamenti agli istituti di credito – a breve distanza dalla gara per il rinnovo delle concessioni che ha già determinato una forte esposizione – per alcune delle concessionarie, soprattutto per quelle di medie e piccole dimensioni, lo sforzo potrebbe rivelarsi non sostenibile. Invece, la maggiore operatrice del settore, Bplus – peraltro ancora in attesa della concessione, dopo la vicenda giudiziaria che ha coinvolto il maggiore azionista, Francesco Corallo – sarebbe chiamata da sola a versare circa 250 milioni. Oltretutto anche i termini del pagamento potrebbero causare problemi, finora sul condono erariale la Corte – sebbene si sia pronunciata su importi minori – non ha mai accordato dilazioni. Le concessionarie, insomma, al momento della domanda, dovrebbero accettare il rischio di dover reperire decine o centinaia di milioni di euro nel giro di poche settimane. Con l’ulteriore spada di Damocle che  le ordinanze della Corte sarebbero immediatamente esecutive, e se disattese, darebbero vita a repentini pignoramenti. gr/AGIMEG