Non puoi chiedere a un gatto di stare fermo per troppo tempo. Per natura il suo istinto lo porterà a scatenare la propria curiosità un po’ ovunque, almeno fino a quando quella frenesia non lo guida fino al suo habitat naturale. E’ un discorso che vale anche per Michela “Micia” Antolini, “Femmina del poker” (come ama definirsi), che nel matrimonio e intorno a un tavolo da poker ha trovato quelle isole felici che ha cercato a lungo. Per arrivarci la strada è stata quella dell’università, del teatro, una tappa a Roma che sembrava una città dove innamorarsi in eterno e un’altra a Milano che si svela la città dove vivere. E poi ancora, la carriera di modella e quella passione per l’arte che anche dall’isola felice sente ancora sue. La Antolini è un personaggio atipico nel mondo del poker, e proprio per queste sue particolarità ha tanto da raccontare.
Attrice, modella e giocatrice… Facciamo un po’ d’ordine.
Tutto parte da Roma, dalla passione per il teatro e i relativi studi a La Sapienza. In quel contesto, tra registi e scrittori, è nata una compagnia che mi ha permesso di muovere i primi passi sul palco. La mia vita era dedicata alla scena, anche se un po’ per caso è iniziata parallelamente anche la mia carriera di modella. Perché non sperimentare in fondo?.
A forza di provare cose nuove è arrivato il poker. Strano no?
In questo caso è stato mio marito a darmi la prima spinta. In particolare quando l’ho raggiunto a Milano ho cominciato a giocare qualche torneo e un po’ alla volta mi sono innamorata di qualsiasi aspetto possa offrire questo gioco. Ho fatto mio lo slang americano, ho cominciato a scrivere e tanto, dando un tocco personale ad ogni articolo. In questo modo il poker, raccontato a modo mio, è finito sulle pagine di Vanity Fair, di Grazia, persino nelle trasmissioni di Maurizio Costanzo
Le resta qualcosa delle sue vecchie passioni?
Tanto. Spesso realizzo autoscatti dove racconto il poker con una posa particolare, a volte ironica. Tutto nasce dalla necessità di sfogare ancora il mio lato artistico. Se è vero che il poker è matematica, logica, penso possa essere letto anche con questo alfabeto più creativo. Così ogni volta che viaggio, che passo per un mercatino, cerco oggetti o vestiti che possano ispirarmi nuovi look e aiutarmi a realizzare servizi fotografici innovativi.
Si definisce una “Femmina del poker”… Sembra una termine forzato
Del resto vivo in un mondo di uomini e penso che sia bene portare un po’ di femminilità al tavolo. Non lo fanno tutte e forse non serve neanche ai fini del risultato, ma amo portare un po’ della mia personalità anche in questo modo.
Che giocatrice è?
Dal teatro ho ereditato la parlantina e la capacità di accentrare su di me l’attenzione, fattore che mi è servito. Come giocatrice cerco di far evolvere in continuazione il mio gioco. Da qualche mese ho cominciato a frequentare i tavoli cash, scoprendo quanto sia diverso dal torneo. Nella prima variante ho compreso l’importanza di essere più aggressiva, nella seconda vivo più la partita in base alla situazione. Ma fa parte tutto di una maturità pokeristica che sto acquisendo.
Dopo tutta questa strada, cosa la farebbe tornare indietro ?
Solo Quentin Tarantino. E’ il mio regista preferito e per lavorare con lui mollerei anche il poker. Dicono che assomiglio a Melanie Laurent (la protagonista di Bastardi senza Gloria, ndr). Chissà, magari un giorno passa per l’Italia e mi nota.
E’ stato appena presentato il team pro online di Snai, spenda due parole per questi ragazzi…
Sia il team live, sia il team online sono composti da persone fantastiche. Ognuno ha le sue caratteristiche e insieme formiamo un gruppo eterogeneo. E poi la qualità non si discute: per quanto mi riguarda posso solo crescere insieme a loro.
Ha camminato tanto con le sue gambe, chi le ha dato una mano in questo viaggio?
Mio marito è la prima persona a spronarmi in ogni occasione. Mi capita di restare delusa troppo facilmente e allora ci pensa lui a rilanciarmi. E poi tutta la dirigenza Snai, che sta confermando grande fiducia nei miei confronti”.
lp/AGIMEG