Il gioco online coinvolge circa 32 milioni di consumatori solamente nell’Unione Europea, per un giro d’affari da 40 miliardi. Un settore spinto dal mercato unico, dove ogni società è libera di operare in un altro paese Ue, ma “fuori dal controllo della maggior parte dei governi”, come ha spiegato a Investigate Europe Charles Livingstone, membro del gruppo di esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sul gioco e i disturbi correlati. “Molti governi non capiscono come si creano i problemi e non hanno messo in atto una regolazione adeguata per affrontarli. Il risultato è un Far West”. Il gioco non è regolamentato nell’Ue. Ogni Stato membro ha una propria legge.
Il Parlamento maltese – in particolare – ha approvato il “Bill 55”, un emendamento alla legge sul gioco, che sancisce che per le società di gioco domiciliate a Malta, le sentenze straniere, comprese quelle della Corte di Giustizia europea, non si applicano. Ogni paese ha le proprie leggi e milioni di cittadini che perdono grandi sommesse si ritrovano senza difese. E’ quello che è successo ad un cliente di Karim Weber, avvocato all’origine dell’ordinanza della Corte suprema austriaca contro Malta. Weber è riuscito a convincere il tribunale austriaco che il suo cliente non poteva “perdere” perché la società di scommesse non era registrata con licenza in Austria. “Se il contratto è illegale non è valido”.
Malta – riporta Il Fatto Quotidiano – è ormai un punto di riferimento Ue in tema di gioco, con il 12% del suo Pil ricavato dalle società di scommesse registrate a La Valletta. Weber insieme a un avvocato tedesco, Benedikt Quarch, ha presentato un reclamo alla Commissione europea dopo l’approvazione del “Bill 55” maltese. Mi hanno risposto – ricorda Quarch – “che stavano valutando la questione chiedendo informazioni alle autorità maltesi”. Da allora sono passati quasi due anni e la Commissione non ha ancora deciso se aprire una procedura d’infrazione contro Malta.
All’Europarlamento, la deputata tedesca, vice-presidente Sabine Verheyen (Ppe) ha inviato domande alla Commissione in merito, interpellando il nuovo commissario alla Giustizia, l’irlandese Michael McGrath. Non ricevendo risposte.
Nel 2017, l’allora presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, ha inserito il gioco tra le “priorità negative” dell’Ue. Junker chiuse quindi tutte le procedure di infrazione aperte, proibì l’apertura di nuove e smantellò l’Unità per il gioco della Dg Mercato Interno.
Thierry Breton poi, nel 2021, rispose “No” a una lettera di 13 regolatori europei che chiedevano di riaprire un gruppo di esperti per concordare regole e standard comuni. Il commissario francese rispose negativamente di nuovo nel gennaio 2024 a una interrogazione dell’ex eurodeputato Ignazio Corrao, ribadendo che il gioco non è una priorità Ue.
“Per i nostri membri sarebbe più facile ed economico avere una sola legge da applicare, invece di rispettarle tutte e avere esperti in ogni Paese con costi altissimi. Oggi, con un mercato così frammentato, è più realistico andare verso una standardizzazione delle regole”, ha spiegato a IE Maarten Haijer, segretario generale dell’European Gaming and Betting Association (Egba).
Vi è anche un problema legato alla tasse, pagano infatti solamente le compagnie registrate in un Paese con una licenza. Secondo Yield Sec, una piattaforma di analisi del mercato, nell’Ue il 70% delle scommesse online è illegale, con 6.000 fornitori senza licenza. A livello globale, il gioco online illegale nel 2024 vale 5,7 trilioni di dollari.
Tra il 2018 e il 2024, riporta Statista, grazie anche alla pandemia i ricavi del gioco online sono aumentati del 200%. Si dimostrano inefficaci anche le sanzioni. Negli ultimi quattro anni, la Spagna ha imposto 77 sanzioni ad aziende per attività di gioco d’azzardo illegali: 75 avevano sede fuori dalla Spagna e nessuna ha pagato la multa. In totale, queste società devono a Madrid 350 milioni di euro. cdn/AGIMEG