dai nostri inviati a Barcellona – E’ in corso a Barcellona ICE 2025 e durante l’evento internazionale di punta dedicato all’industria del gioco e alle ultime innovazioni e tendenze nel settore dei giochi e delle scommesse, Agimeg ha intervistato Giuseppe Volpe, CEO di Cuiprodest.
Uno dei temi del momento è certamente quello del gioco online. Come avete valutato il bando che è uscito da poco e che impegnerà tante aziende in questo settore?
“Hai parlato di competenze e sicuramente il nuovo bando ha richiesto tante competenze. So che ci sono stati dei ricorsi al TAR, c’è qualcuno che è scontento, ma è una riforma epocale, anche se è prevista una compressione fortissima del numero degli operatori, dai 90 attuali a circa la metà e un costo della concessione elevato, 7 milioni di euro contro i 250mila euro dell’ultimo bando. Il bando è stato fatto basandosi sulle competenze della nostra amministrazione con una delega ricevuta dal Governo da parte del Parlamento, quindi è un momento di passaggio. Vediamo che succederà nel prossimo futuro”.
“Per quanto riguarda la normativa sul gioco, l’Italia è tuttora il benchmark di riferimento per tanti Paesi. Come Cuiprodest abbiamo sempre creduto nelle istituzioni e devo dire che il dialogo non manca perché anche loro comprendono che ci sono aspetti da migliorare e non ci sono preclusioni di sorta. Giochiamo tutti nella stessa direzione, cioè fare una normativa che consenta ai giocatori e agli operatori di prosperare, divertirsi senza incorrere in problemi”.
Un’altra tematica attuale è quella della liquidità condivisa e di una strategia di ampliamento della base di giocatori
“Per noi di Cuiprodest la liquidità condivisa è fondamentale, lo dicono le nostre analisi sia sulla tenuta del gioco del poker in Italia, che senza liquidità condivisa è stritolato dal sovranismo del gioco, cioè gli italiani possono giocare solo con gli italiani e siamo l’ultimo paese in Europa ad avere una norma così restrittiva; sia rispetto agli altri paesi, perché abbiamo commissionato un’analisi di benchmarking, di comparazione e in tutti i grandi mercati europei la liquidità condivisa è un dato di fatto. Manca l’Italia ed è un gran peccato perché stiamo stritolando uno skill game, quindi quello che meno ha a che fare, anche rispetto ai timori che ha la politica, con la ludopatia. Spero che sia introdotta presto. Siamo citati nel parere della Commissione guidata dal presidente Garavaglia che chiede esplicitamente al governo di valutare l’introduzione della liquidità condivisa e aspettiamo di vedere che cosa si riesce a fare con ADM e con il MEF”.
L’approccio della politica al gioco è scivoloso, complicato o ci sono aperture del mondo politico verso questo settore che di solito è stato sempre abbastanza in contrasto?
“La politica risente ed è influenzata dai pregiudizi che tante volte ha l’opinione pubblica sul settore del gioco. Devo dire però che quando si presentano le cose con la giusta dovizia di particolari, con la giusta informazione tecnica e indipendente, la politica non ha preclusioni. Noi rappresentiamo alcuni operatori e alcune associazioni nel settore del gioco online, abbiamo avuto il privilegio di essere stati contattati da un’associazione del gioco fisico, per noi non ci sono guerre intestine tra gioco fisico e online, l’importante che tutti i settori del gioco riescano a parlare con la politica in maniera organizzata, professionale, schietta e trasparente”.
ac/AGIMEG