“La percezione di un fenomeno nasce sulla base dei dati e sulla loro diffusione mediatica. Quale sia la dimensione effettiva del problema è una cosa, come viene percepito il problema è un’altra. Il gioco è emblematico da questo punto di vista. Uno degli ultimi report della Regione Lazio, del 2023, sulla base di indicazioni fornite dai Serd ci dice che nel quadriennio 2019-2023 gli iscritti sono sostanzialmente rimasti gli stessi, circa 19.000. Ma tra questi, la dipendenza da gioco riguarda solamente circa 800 persone, rimaste stabili nel quadriennio. Anche un solo caso è importante, siamo davanti ad un problema di grande sensibilità. La dipendenza è una malattia, ma non giustifica il livello di diffusione mediatica che c’è stata. I numeri dicono altro: c’è la necessità di intervenire su un fenomeno, ma l’elemento diffusivo del fenomeno è meno marcato di quello che sembra”.
E’ quanto ha dichiarato Armando Iaccarino, Presidente Centro Studi As.tro in occasione dell’iniziativa “Giocare da grandi. Le rilevazioni dell’Osservatorio sul gioco pubblico” organizzato in collaborazione con Swg e IGT.
“L’Emilia-Romagna in un report ci dice che la dipendenza da gioco è aumentata del 149%, ma negli ultimi 15 anni. E’ passata da circa 600 a 1.400 unità. Non sto sottovalutando un fenomeno che va affrontato con serietà, ma non si può farlo passare come l’emergenza numero 1 di questo Paese. Quando un fenomeno acquisisce una connotazione politica specifica e diventa elemento di contrapposizione all’interno del quadro politico i numeri svaniscono. La percezione fa riferimento ad altro rispetto alla realtà”, ha concluso. cdn/AGIMEG