A pochi giorni dal 15 ottobre, data in cui entrerà in vigore l’obbligatorietà del Green pass per lavoratori pubblici e privati, sembra che il premier Mario Draghi sia intenzionato a firmare un nuovo Dpcm sulle modalità dei controlli per i possessori del lasciapassare. E non è escluso che una app possa essere messa a disposizione anche per gli altri settori del lavoro. Le indicazioni potrebbero prevedere controlli giornalieri e preferibilmente all’accesso in azienda, a campione o a tappeto, con o senza l’ausilio di sistemi automatici. Dal Governo, però, resta la fermezza su quanto già stabilito: i tempi di validità del passaporto verde a chi esegue i tamponi non cambiano e restano di 48 ore con test rapido e 72 con molecolare. Dunque nessuna ‘deroga’ o modifica delle regole all’ultimo minuto e quindi ai non vaccinati toccherà adeguarsi. “Una revisione del green pass potrebbe significare mantenere l’attuale carta verde per alcune circostanze e non per altre. Mentre ora siamo di fronte ad una applicazione totale del green pass, si potrebbe passare ad una sua applicazione parziale. Dunque, se l’andamento dell’epidemia di Covid-19 continuerà ad essere positivo, è ragionevole pensare che con l’anno nuovo ci potrà essere una revisione delle misure e anche del green pass, che potrà dunque essere ridotto nella sua applicazione”, ha spiegato intanto all’Ansa il sottosegretario alla Salute Andrea Costa. “Per il green pass resta ovviamente la validità di 12 mesi, a partire dalla data di somministrazione della terza dose per chi la farà o della seconda dose per chi non rientra nelle categorie indicate per il richiamo. Rispetto poi alla scadenza del green pass per gran parte della popolazione, abbiamo comunque davanti un ragionevole tempo per valutare quello che sarà il quadro, augurandosi che da qui a pochi mesi il green pass magari non serva più perchè siamo usciti dalla pandemia”, ha aggiunto. cdn/AGIMEG