Gravina (pres. Federcalcio): “Il calcio merita rispetto. Non è pensabile che generi 16 miliardi di scommesse e non abbia diritti”

“Io sono contrario al decreto Crescita, perché ritengo che il calcio italiano meriti di più, attualmente se ne fa un’applicazione distorta, che genera disastri in impatto gestionale. Il calciatore è un bene strumentale, nel calcio, come un capannone nelle imprese. E se diventa ammortamento, e la legge ti permette di fare rivalutazioni, diventa una copertura cosmetica dei nostri bilanci. Mi terrorizza. Il calcio merita rispetto, ed è giusto rivendicare la tutela del diritto d’autore sugli eventi. Non è pensabile che il calcio generi 16 miliardi di scommesse e non abbia diritti“. Così il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, nel corso del forum del Corriere dello Sport – Stadio ‘Il calcio che l’Italia si merita’.

Lo scorso 8 maggio, in commissione Bilancio e poi in commissione Finanze del Senato, è passato un emendamento al Decreto Crescita che avrà ripercussioni sul mondo del calcio. Con l’approvazione delle nuove norme viene fissato un tetto agli sgravi fiscali per i giocatori stranieri. In precedenza la norma prevedeva vantaggi fiscali per i lavoratori stranieri impatriati che non avessero da almeno due anni la residenza fiscale in Italia. Le nuove regole saranno quindi più stringenti. lp/AGIMEG