Per la prima volta da diversi anni la manovra di bilancio non prevede aumenti di tassazione per il settore del gioco. Tuttavia, in vista del riordino del comparto, è necessaria una “moratoria” delle concessioni, prima che queste vengano a scadenza. Il disegno di legge di bilancio (A.S. 2054) è ormai prossimo all’approvazione definitiva e, a meno di sorprese dell’ultim’ora da parte dell’aula del Senato – che costringerebbero il testo a tornare alla Camera e, quindi, imporrebbero l’esercizio provvisorio (ipotesi talmente remota da poter essere ritenuta non contemplabile) – non contiene norme riferite al settore dei giochi se si fa eccezione:
– per i commi 15 e 16 dell’art. 1, concernenti disposizioni di contabilità pubblica relativi al capitolo 2295 dello Stato di previsione del Mipaff, destinato agli interventi per il settore ippico e ai capitoli destinati al pagamento dei premi e delle vincite dei “giochi pronostici, delle scommesse e delle lotterie” (adeguamento degli stanziamenti);
– per i commi da 1130 a 1133 (già art. 205 dell’A.C. 2790) relativi alle concessioni per il gioco del Bingo.
In particolare:
- a) il comma 1130 modifica il comma 636 dell’art. 1 della legge 27 dicembre 2013, n.147, il quale prevede che l’Agenzia delle dogane e dei monopoli procede entro il 30 settembre 2020 alla gara per l’attribuzione o riattribuzione delle concessioni per il gioco del Bingo “in scadenza negli anni dal 2013 al 2020”. Il d.d.l. Bilancio 2021 prevede che la gara dovrà essere indetta (non più entro il 30 settembre 2020 ma) “entro il 31 marzo 2023”. L’allungamento del termine entro cui dovrà essere indetta la nuova gara comporta la proroga onerosa delle concessioni in essere;
- b) il comma 1131 interviene sulla lettera c) del citato comma 636. Tale disposizione prevede il versamento della somma di euro 7.500, per ogni mese ovvero frazione di mese superiore ai quindici giorni, oppure di euro 3.500 per ogni frazione di mese inferiore ai quindici giorni, da parte del concessionario in scadenza che intenda altresì partecipare al bando di gara per la riattribuzione della concessione, per ogni mese ovvero frazione di mese di proroga del rapporto concessorio scaduto e comunque fino alla data di sottoscrizione della nuova concessione riattribuita. La norma contenuta nel d.d.l. Bilancio 2021 stabilisce che il canone mensile relativo ai mesi da gennaio 2021 a giugno 2021 compreso, può essere versato, entro il giorno 10 del mese successivo, nella misura di euro 2.800 per ogni mese o frazione di mese superiore a quindici giorni e di euro 1.400 per ogni frazione di mese pari o inferiore a quindici giorni. La differenza tra l’importo previsto dal comma 636 (euro 7.500 al mese) e quello versato in base alla nuova disposizione potrà essere versato in forma rateale con le modalità previste dai commi 1132 e 1133;
- c) in particolare, questi commi dispongono che i titolari di concessione per il gioco del Bingo che scelgano la modalità di versamento del canone di proroga delle concessioni come previsto dal comma 1131, sono tenuti a versare la restante parte (differenza tra euro 7.500 ed euro 2.800) fino alla copertura dell’intero ammontare del canone, con rate mensili di pari importo, con gli interessi legali calcolati giorno per giorno; la prima delle rate è versata entro il 10 luglio 2021 e le successive entro il giorno 10 di ciascun mese; l’ultima rata è versata entro il 10 dicembre 2022.
Anche lo schema di decreto legge “milleproroghe” 2021, approvato dal Consiglio dei Ministri nella seduta del 23 dicembre 2020 ed in attesa di sbarcare sulla Gazzetta Ufficiale, sembra non prevedere norme sui giochi.
Si tratta di notizie che per, il settore, possono essere giudicate positive e negative allo stesso tempo.
Se guardiamo al bicchiere mezzo pieno, questa è la prima manovra, da anni, che non prevede aumenti di tassazione e/o nuovi adempimenti a carico dei concessionari e della filiera (vedasi, per esempio, la tessera sanitaria sugli apparecchi).
Basti ricordare che con la manovra di bilancio per il 2020 è stato ritoccato, per l’ennesima volta, il prelievo erariale unico sugli apparecchi AWP e VLT (anche se è stata prevista la riduzione del payout), ed è stata aumentata la c.d. “tassa sulla fortuna” (in piena pandemia è stato, peraltro, introdotto un nuovo balzello sulle scommesse).
Il bicchiere è però anche mezzo vuoto.
Da un lato, le sale scommesse, sale bingo e sale VLT sono state chiuse per decreto per quasi metà anno; d’altro lato, in vista della scadenza delle concessioni in materia di Scommesse (30 giugno 2021) e delle concessioni per la gestione della rete telematica degli apparecchi da intrattenimento (marzo 2022) ci si aspettava una presa di posizione chiara sul destino di questo importante settore, dopo che la legge di bilancio 2020 aveva delineato, lo scorso anno, un possibile futuro scenario di riordino del comparto.
In effetti, la NADEF, nella quale il Governo, a completamento della manovra di bilancio 2021-2023, ha inserito, tra i “collegati” alla manovra, il “DDL riordino settore dei giochi” – confermando, così, la decisione, già esplicitata nel D.L. 12 luglio 2018, n. 87, convertito dalla legge 9 agosto 2018, n. 96 (“Decreto Dignità”), di voler proporre una riforma complessiva del settore – fa ben sperare; tuttavia, è evidente a tutti che il riordino richiede necessariamente una “moratoria” della scadenza delle concessioni, tale da consentire di delineare una cornice normativa chiara e certa, presa in accordo con gli enti locali.
La mancata considerazione, nella manovra, di questa esigenza, che rappresenta il presupposto per il pur previsto “riordino”, lascia un po’ di amaro in bocca, come se il legislatore non avesse ben chiaro che se si vuole riformare il settore occorre mantenere in continuità le attività economiche ed il gettito.
Vero è che la prima scadenza è tra sei mesi e c’è ancora il tempo per intervenire (anche in considerazione del fatto che la giurisprudenza amministrativa ha tutelato un gruppo di concessionari del gioco a distanza che avevano visto arrivare a scadenza la propria concessione senza possibilità di partecipare alla gara prevista per l’allineamento temporale delle concessioni, circostanza, questa, che potrebbe far ben sperare qualora si dovesse arrivare a giugno nello statu quo).
E’ anche vero, però, che gli operatori, domestici e internazionali, hanno bisogno di certezze per poter programmare i propri investimenti e, quindi, c’è la necessità di dire in modo chiaro quale sarà il destino delle diverse concessioni e del comparto in generale (cosa che è stata fatta, come detto, per il settore del Bingo, dando un po’ di respiro, almeno per un paio d’anni, a questo comparto, particolarmente segnato dall’emergenza pandemica).
Si tratta, quindi, di due “fronti” diversi ma strettamente collegati: prima la proroga e poi il riordino. Senza la prima, il riordino appare difficilmente realizzabile; senza il riordino, l’ennesima proroga sarebbe inutile. rf/AGIMEG