Leggi regionali sul gioco al centro del dibattito politico in diverse regioni italiane, diviso tra proibizionismo e libera iniziativa economica regolarmente autorizzata dallo Stato. In questi giorni il Consiglio del Piemonte sta discutendo sul nuovo DDL 144 sul gioco, presentato dalla nuova maggioranza di centrodestra, che va a modificare la precedente legge regionale 9/2016, che di fatto ha espulso il gioco lecito dall’intero territorio, riconsegnando il mercato all’illegalità e facendo perdere cospicue entrate erariali allo Stato, oltre a portare effetti disastrosi sull’occupazione. Nodo cruciale della discussione, la retroattività della legge regionale attualmente in vigore – pienamente operativa dallo scorso 20 maggio – che vieta il gioco anche nelle attività preesistenti alla legge stessa.
Il Disegno di Legge “Contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico (GAP)” presentato in Consiglio dalla Giunta piemontese introduce invece una nuova disciplina del gioco lecito, tutelando le attività esistenti ed allo stesso tempo salvaguardando i soggetti affetti da gioco patologico. Tra le novità il distanziometro ridotto a 400 metri (rispetto ai precedenti 500 metri). Inoltre, punto fondamentale, si viene ad abolire la retroattività del distanziometro prevista dalla legge del 2016, che sarebbe così valido solamente per le nuove installazioni, che dovranno essere poste a debita distanza da specifici luoghi sensibili.
Il DDL 144 sul gioco riserva grande attenzione anche alla cura delle dipendenze. Il Consiglio Regionale, su proposta della Giunta regionale, entro novanta giorni dall’approvazione della legge, dovrà approvare con propria deliberazione il Piano integrato per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio del gioco d’azzardo patologico, di durata triennale, al fine di promuovere interventi di monitoraggio e di prevenzione del rischio del gioco d’azzardo patologico mediante iniziative di sensibilizzazione, interventi di formazione rivolti agli esercenti, operatori dei servizi pubblici ed operatori della polizia locale – anche congiuntamente agli enti locali, alle forze dell’ordine, alle organizzazioni di volontariato – e mediante l’assistenza e la consulenza telefonica, tramite l’estensione di numeri verdi esistenti, di un servizio specifico finalizzato a fornire un primo livello di ascolto, assistenza e consulenza telefonica per l’orientamento ai servizi. La legge prevede inoltre che la Regione istituisca, presso l’Osservatorio Epidemiologico delle Dipendenze patologiche, la Sezione tematica sul G.A.P., con funzione consultiva.
Vengono infine stanziati 955 mila euro annui per la lotta e il contrasto delle ludopatie, grazie all’utilizzo dei fondi ministeriali per la tutela della salute e il contrasto al gioco patologico. Per rendere omogenee sul territorio regionale le fasce orarie di interruzione quotidiana del gioco, i titolari delle sale da gioco e sale scommesse sono tenuti, nell’arco dell’orario di apertura previsto, a rispettare le fasce orarie di interruzione quotidiana del gioco. Gli orari di interruzione sono così definiti: per sale gioco e scommesse per dieci ore giornaliere complessive e consecutive, dalle 2 alle 12, mentre per gli spazi riservati al gioco lecito all’interno degli esercizi pubblici e commerciali e dei circoli privati per dodici ore giornaliere complessive, di cui dieci ore consecutive nella fascia notturna dalle ore 23:00 alle ore 9:00 e due ore nella fascia diurna dalle 12:30 alle 14:30.
Situazione particolarmente ‘calda’ anche nel Lazio. Il Consiglio regionale del Lazio ha infatti approvato, nel febbraio 2020, la proposta di legge regionale n. 194 del 31 ottobre 2019, “Misure per lo sviluppo economico, l’attrattività degli investimenti e la semplificazione”, il cosiddetto “Collegato”, al cui interno l’articolo 15 ha modificato la legge regionale 5/2013 sulla prevenzione e il trattamento del gioco d’azzardo patologico, prevedendo il distanziometro a 500 metri dai luoghi sensibili sia per le nuove concessioni degli apparecchi da gioco, sia per i titolari delle sale da gioco esistenti. Il distanziometro si va ad applicare così sia alle “nuove concessioni degli apparecchi da gioco” sia “ai titolari delle sale da gioco esistenti”. Nel Lazio gli esercizi pubblici come bar e tabacchi avranno solamente 18 mesi – dunque fino ad agosto 2021 – per rimuovere le slot, mentre le sale dovranno adeguarsi, chiudendo o trasferendosi. Anche nel caso del Lazio, dunque, il cuore del dibattito è rappresentato dalla retroattività del distanziometro. La Legge Regionale del febbraio 2020 ha introdotto i parametri del distanziometro estendendoli alle realtà ed ai lavoratori preesistenti, che avrebbero dovuto avere 18 mesi per ricollocarsi. Tuttavia la situazione è stata notevolmente complicata dalla pandemia, che di fatto ha paralizzato tutte le attività a seguito dei lockdown imposti dal Governo per fronteggiare il coronavirus. Con 13 mesi di chiusura su 16, il comparto del gioco pubblico è stato messo in ginocchio rendendo impossibile una qualsiasi forma di riorganizzazione.
Per questo motivo in queste settimane, per scongiurare l’entrata in vigore di una legge che cancellerebbe il gioco pubblico dalla quasi totalità del territorio, consegnando il comparto nelle mani della criminalità – così come verificatosi in Piemonte – i lavoratori del settore (16.000 famiglie), spalleggiati dalle associazioni di categoria, stanno chiedendo a gran voce quantomeno una proroga di 24 mesi dell’entrata in vigore della legge regionale, al fine di consentire una ricollocazione per le realtà esistenti colpite dagli effetti della retroattività del distanziometro.
Sotto la lente anche la Legge regionale dell’Emilia Romagna, particolarmente restrittiva in tema di gioco, con limiti orari per gli apparecchi e distanziometro a 500 metri dai luoghi ritenuti sensibili (scuole, chiese, oratori, ecc. calcolati secondo il percorso pedonale più breve), che prevede la retroattività per le sale slot e sale scommesse. In particolare, in queste ultime dal 1° gennaio 2020 non è più possibile raccogliere puntate su eventi sportivi, sia in agenzia sia nei corner all’interno di esercizi commerciali. La legge si applica espressamente alle nuove aperture e alle nuove installazioni, mentre le sale già in esercizio dovranno adeguarsi: non potranno più installare nuovi apparecchi, ma potranno tenere quelli già installati fino alla scadenza dei relativi contratti di utilizzo. Per questo motivo anche in Emilia Romagna in questi giorni si stanno susseguendo presidi dei lavoratori e delle lavoratrici del comparto del gioco pubblico – sono oltre 5.200 gli addetti nella regione – per chiedere alla politica di modificare la legge regionale, inserendo quantomeno una proroga per le attività rimaste chiuse per più di un anno a causa delle disposizioni del Governo per fronteggiare il Covid-19, al fine di evitare che il gioco venga eliminato dal territorio, lasciando spazio al circuito illegale.
La posizione della politica nei confronti del gioco pubblico ha tuttavia trovato anche aperture che vanno in direzione opposta al proibizionismo, come invece avvenuto in Piemonte, Lazio ed Emilia Romagna. In Puglia, ad esempio, sono state salvaguardate le attività connesse al gioco già esistenti. Nelle “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 13 dicembre 2013, n. 43 (Contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico) le nuove autorizzazioni non vengono concesse nel caso di ubicazioni delle sale in un raggio inferiore a 250 metri, misurati per la distanza pedonale più breve su suolo pubblico, dai luoghi sensibili, ma restano valide le autorizzazioni comunque concesse prima della data di entrata in vigore della nuova legge.
Anche in Campania, l’applicazione del distanziometro (250 metri da luoghi sensibili) avrà effetti solamente sulle nuove aperture e non sarà quindi retroattivo, consentendo così a locali che hanno al loro interno apparecchi da intrattenimento di operare nel rispetto delle fasce orarie, comunicando al Comune competente le fasce di interruzione di gioco, secondo quanto previsto dall’intesa sottoscritta dalla Conferenza unificata Stato-Regioni, nel settembre del 2017.
In Basilicata, infine, le nuove norme alla legge sul gioco patologico del 2014 specificano che le nuove autorizzazioni di installazione apparecchi non verranno concesse nel caso di ubicazione in un raggio inferiore a 250 metri nei Comuni con residenti fino a 20 mila abitanti e a 350 metri nei Comuni con residenti superiori a 20 mila abitanti, mentre i titolari delle attività dove già sono collocati gli apparecchi sono tenuti a comunicare al Comune competente le fasce orarie di interruzione di gioco, ferme restando le autorizzazioni a raccogliere gioco comunque concesse prima della data di entrata in vigore della legge. cr/AGIMEG