Gioco: proventi illeciti equiparabili a prestito usurario, quindi esenti da Iva. La decisione della Corte di Giustizia Tributaria della Basilicata

I proventi derivanti dal gioco illecito sono equiparabili a quelli del prestito usurario e quindi esenti da Iva. E’ quanto stabilito dalla Corte di Giustizia Tributaria della Basilicata, a seguito del ricorso di una società operante nel settore del gioco e delle scommesse, accusata di aver evaso le imposte del Preu e utilizzato schede secondarie per i propri apparecchi con vincita in denaro.

Inizialmente condannata a non poter beneficiare del regime di esenzione dell’Iva, la società ha poi ricorso in appello e in questo secondo caso i giudici hanno dato ragione alla ricorrente, specificando che i proventi del gioco illecito sono equiparabili a quelli del prestito usurario.

Essendo questi ultimi non assoggettabili ad Iva, allora anche i guadagni dal gioco illecito sono esenti da Iva in virtù del principio di neutralità e della concorrenza tra settori economici leciti e illeciti. La direttiva che disciplina questi casi, infatti, non consente di operare distinzioni ai fini Iva tra operazioni lecite e illecite. lb/AGIMEG