Si è tenuto oggi a Napoli il convegno “Costruiamo insieme le regole del gioco legale fisico – Modello Campania”, promosso dall’Associazione Gestori Scommesse Italia (A.G.S.I), in collaborazione con il CNI. L’evento è stata l’occasione per fare il punto dell’attuale situazione del comparto del gioco legale, con proposte per costruire, insieme alle istituzioni, le regole del gioco legale fisico.
A margine del convegno, è intervenuto l’assessore al bilancio del Comune di Napoli, Pierpaolo Baretta, da sempre vicino alle problematiche del settore del gioco: “Per arrivare a un accordo sulla normativa del gioco, bisogna trovare omogeneità a livello nazionale – le sue parole ai microfoni del direttore di Agimeg, Fabio Felici – Va bene l’articolazione territoriale, ma ci vogliono delle regole del gioco condivise a livello nazionale. In questo modo si può lavorare meglio rispetto alle patologie e metterebbe gli operatori nelle condizioni migliori per esercitare la propria attività”.
“Mi permetto un consiglio al settore, vale a dire che ci sia una unità nella rappresentanza degli operatori. Io l’ho vissuta quando ero dall’altra parte del tavolo: quando ci sono tanti operatori, ognuno con le sue esigenze e richieste, divisi negli interessi e nelle opinioni, è difficile trovare un dialogo e una soluzione. Capisco che sia impossibile avere una sola rappresentanza, ma almeno ci sia convergenza sugli interessi generali. Bisogna poi riprendere la Conferenza Unificata, perché sia gli enti locali sia il governo vadano in una unica direzione e con una capacità di rappresentanza da parte degli operatori”.
In merito a una possibile compartecipazione degli enti locali sugli utili derivanti dal gioco, Baretta ha detto: “E’ giusto che gli enti locali compartecipino al gettito derivante dal gioco pubblico. Ad esempio l’assistenza delle persone che soffrono di una patologia da gioco rappresenta un costo ed è quindi giusto che gli enti locali vengano aiutati. Penso che una soluzione del genere sia ragionevole“.
Infine un commento sulle differenze di approccio delle regioni italiane al settore del gioco, con casi molto distanti come Emilia-Romagna e Campania: “Penso che sia maturato il tempo giusto per aiutare a capire che c’è un punto di riferimento che è quello della Campania. La Campania, con la sua legge sul gioco, salvaguardia sia le imprese sia i più deboli, perché proprio questo il punto di incontro, insieme alla lotta all’illegalità. I punti chiave sono questi: consentire agli operatori di lavorare, tutelando allo stesso tempo coloro che soffrono delle conseguenze del gioco. Se il governo insiste su questa strada, arriveremo a una conclusione positiva. Il percorso è stato tracciato e il futuro può essere positivo”.
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