Gioco online, concessioni comunitarie: la palla passa al Tar, in decisione i ricorsi contro la scadenza “anticipata”. I concessionari chiedono anche il rinvio alla Corte Costituzionale

Si è conclusa da poco l’udienza di merito di fronte al Tar Lazio sulla scadenza delle concessioni comunitarie. Si attende adesso la sentenza che arriverà presumibilmente a breve (forse entro qualche settimana a giudicare dall’analisi della vicenda, emersa in discussione).

Negli scorsi mesi sono giunte a scadenza naturale una trentina di concessioni per il gioco online. Il Governo – che anche a causa dell’emergenza Covid non ha avuto la possibilità di indire una nuova gara – sembrava intenzionato a accordare una proroga, ma poi non ha inserito nessuna norma nella Legge di Bilancio o nei decreti che ha emesso. Nemmeno ADM ha prolungato la vita dei vecchi titoli, proprio basandosi sul fatto che mancava una norma specifica. I concessionari – che avrebbero dovuto cessare le operazioni di raccolta una volta scaduto il titolo – si sono quindi rivolti al Tar Lazio. E i giudici nei mesi passati in via cautelare hanno sempre accolto le posizioni degli operatori e hanno consentito di proseguire le attività.

Nelle varie ordinanze, ha ricordato che la Legge di Stabilità del 2016 prevedeva “il progressivo allineamento temporale, al 31 dicembre 2022 di tutte le concessioni aventi ad oggetto la commercializzazione dei giochi a distanza”. Inoltre, anche se l’ultima legge di Bilancio “non preveda una proroga espressa delle concessioni”, quest’ultima è “auspicabile nell’ambito di un più ampio riordino del settore dei giochi pubblici, anche al fine di consentire l’effettuazione delle relative gare (la cui indizione, programmata entro il 31 dicembre 2020, dovrà avvenire entro il 30 giugno 2021, atteso il relativo rinvio disposto a causa dell’emergenza sanitaria in corso) nonché di continuare a garantire un adeguato gettito fiscale, altrimenti comportando le concessioni scadute e non rinnovabili la perdita dei relativi introiti erariali”.

“Il profilo giuridico accolto in sede cautelare dal Tar è quello per cui tutte le concessioni sono state programmate negli ultimi anni come destinate a scadere il 31 dicembre del 2022 in modo tale da consentire un riallineamento temporale, e di indire una gara a cui possano partecipare tutti i competitor con la massima concorrenzialità” lo ha detto a Agimeg l’avv. Umberto Ilardo che collabora con Kogem. “Naturalmente questo tipo di impostazione segue due percorsi giuridici: o si ritiene che le concessioni scadessero a nove anni esatti dalla stipula, ma questo penalizzerebbe gli operatori la cui concessione scade prima del 31 dicembre 2022; oppure si ritiene che le norme emesse in materia abbiano già operato una proroga delle concessioni e ne abbia fatto slittare la scadenza al 2022. Il primo profilo – come è emerso nella discussione – potrebbe (il condizionale è d’obbligo) presentare anche dei profili e dubbi di legittimità costituzionale, perché ci sarebbe una disparità di trattamento tra gli operatori. Se dovesse passare il secondo profilo, l’Amministrazione avrebbe sbagliato nel comunicare le scadenze sulla base del mero decorso di nove anni dalle stipule, non considerando la scadenza effettiva, quella prorogata ex lege”.

rg/AGIMEG