“All’importo delle somme introitate in virtù di attività tecnicamente esecutiva (cioè con esperimento dei mezzi di esecuzione giudiziale, coattiva o concordata tra amministrazione creditrice e debitore) devono
sommarsi 141.562.160,61 euro derivanti dalla definizione agevolata delle sentenze di condanna ex articolo 1 (…) della legge 23 dicembre 2005, n. 266. Nell’anno 2013 tale introito si era attestato sulla somma di euro 360.093.282,14, di cui 349.500.000 corrispondenti al 30 per cento dell’importo di
euro 1.165.000.0010 riferibile all’importo di condanna di cui alla sentenza 214/2012 della sezione giurisdizionale del Lazio (la sentenza relativa al caso « Slot Machines ») che è stato oggetto di definizione
agevolata (…) nella misura stabilita del 30 per cento nei decreti nn. 5-13 del 2013 della III sezione centrale di appello. Detto importo risulta in massima parte incassato e per una parte residua (inferiore al milione di euro) da porre all’incasso”. E’ uno dei passaggi contenuti in un’interrogazione presentata alla Camera da alcuni deputati del PD in materia di recupero di introiti derivanti da contenziosi con le amministrazioni pubbliche. Nel testo c’è anche un riferimento alle penali slot e al pagamento della cosiddetta “sanatoria” accettata da quasi tutti i concessionari. I deputati chiedono quindi al Ministro dell’Economia se non ritenga “opportuno riconsiderare” “il sistema dell’applicazione della definizione agevolata dei giudizi di responsabilità (…) al fine di consentire un maggior recupero percentuale dei risarcimenti per danno erariale od in materia di giudizio di conto dalle sentenze comminate dalla Corte dei conti” e se “il Governo ritenga opportuno stimolare l’adozione di un’anagrafe delle amministrazioni pubbliche interessate da condanne per danno erariale che palesi le percentuali d’incasso di dette somme evidenziando gli enti che non procedono al recupero forzoso dei risarcimenti in loro favore”. im/AGIMEG