Negli ultimi quindici anni la crescita del settore dei giochi è stata significativa e ha garantito un aumento complessivo della raccolta che è passata da circa 35 miliardi di euro nel 2006 a quasi 111,2 miliardi nel 2021, con una crescita notevole rispetto all’anno precedente (+25,9%). Anche la spesa netta e il gettito fiscale hanno conservato una sostanziale stabilità nel tempo e, al netto della frenata legata alla crisi innescata dall’emergenza sanitaria da Covid-19, queste due voci hanno registrato tra il 2020 e il 2021 un aumento rispettivamente del 19,2% e del 16,6%. Sono alcuni dei dati emersi nel seminario organizzato seminario organizzato dall’Istituto per la Competitività (I-Com), in collaborazione con IGT su “Le sfide del gaming in Italia tra sostenibilità e innovazione”.
“Il quadro normativo che disciplina il settore dei giochi è ancora complesso in assenza di un testo unico che raccolga le numerose norme che nel tempo sono state adottate in materia, inoltre, alla luce dei nuovi e potenziali sviluppi che l’innovazione e le tecnologie digitali stanno apportando anche in questo settore, si rileva ancora la necessità di intervenire da un lato per contemperare le ovvie esigenze di tutela della salute pubblica e sostegno alla legalità, dall’altro per sostenere il peso economico del settore, che seguita ad essere rilevante nonché fonte stabile di gettito erariale in Italia”, sottolinea.
“Come sottolineato nel Libro Blu 2021, pubblicato dall’Agenzia delle accise, dogane e monopoli, la tendenza dei giocatori tra il 2020 e il 2021 è stata quella di spostarsi verso tipologie più remunerative di gioco: questo è testimoniato dalla moderata riduzione del rapporto tra vincite e raccolta, che è passato, in un anno, dal 74,2% al 73,9%. L’aggiornamento dei dati al 2021 rende ancora più evidente la battuta d’arresto registrata da tutte le grandezze del gioco durante l’anno precedente: la flessione più profonda ha riguardato l’erario con una riduzione del 37%”, prosegue.
“Se nel 2020 tutte le dimensioni del gioco hanno fatto registrare una forte riduzione rispetto all’anno precedente è stato a causa dell’emergenza sanitaria legata alla diffusione del Covid-19, e pure a ragioni di tipo legislativo. Al di là della tendenza registrata anno su anno, uno sguardo più di lungo periodo sottolinea la maturità del comparto. Complessivamente rispetto al 2006, anno base considerato per la serie storica, nel 2021 la raccolta e le vincite risultano più che raddoppiate, mentre la spesa e l’erario registrano un aumento cumulativo rispettivamente del 29,1% e del 25,3%”, continua.
“La spesa nel 2021 è inoltre prevalentemente composta dagli apparecchi, che ne rappresentano il 40%, e dalle lotterie, che ne rappresentano il 27%, seguite dal gioco del Lotto con il 20% e dai giochi numerici a totalizzatore, con il 6%”, aggiunge.
“Anche in Europa il mercato ha subito una flessione rilevante delle entrate a causa dell’epidemia da Covid 19 con una riduzione pari a circa il 20% nel 2020. Nel 2021 anche le entrate del mercato europeo del gioco legale tornano a crescere con un aumento del 7,5%. Le previsioni dal 2022 al 2026 indicano, poi, una dinamica di crescita stabile in cui, rispetto alla base (2019) la crescita complessiva delle entrate è stimata essere pari al 26,3%”, prosegue.
“D’altro canto, se il gioco legale è diffuso nel nostro Paese e alimenta un indotto che riguarda circa 150 mila persone tra occupati diretti e indiretti, gli interventi di contenimento dell’epidemia nel 2020 hanno indirettamente sostenuto la tendenza all’illegalità. Nel 2020, con la chiusura dei luoghi dove poter giocare in modo legale si era, infatti, registrato un aumento delle scommesse illecite, soprattutto attraverso canali online. Questa tendenza, secondo quanto riporta il Censis, si è purtroppo confermata nel 2021, anno in cui il gioco illegale sarebbe cresciuto secondo le stime superando i 20 miliardi di euro, rispetto ai 18 riportati nel 2020 e già in crescita del 50% rispetto all’anno precedente”, conclude. cdn/AGIMEG