Stabilità, Servizio Bilancio Senato: “Norme sulle agenzie irregolari di scommesse non produrranno gli effetti sperati” (1)

Il Servizio Bilancio del Senato chiede chiarimenti sulle norme contenute nella legge di Stabilità che riguardano i giochi. Ciascuna delle norme del pacchetto presenta “rilevanti elementi di criticità, tali da rendere poco verosimile l’acquisizione del considerevole maggior gettito associato alle disposizioni – pari, si ricorda, a 900 milioni di euro – soprattutto con riferimento al primo anno di applicazione”. La Stabilità – informa l’Agimeg – contiene una serie di misure per contrastare i cosiddetti CTD, le agenzie di scommesse che non hanno nessun titolo italiano per operare, ma raccolgono giocate per conto di bookmaker esteri. Il Servizio Bilancio evidenzia che questi centri si trovano “in posizione di vantaggio: infatti non versano imposte all’erario sulla loro raccolta, non sopportano oneri di concessione, possono offrire un palinsesto di gioco molto più ampio e variegato e offrono la possibilità di effettuate giochi on line” che, invece, sono vietati nelle agenzie legali. La Stabilità quindi  “intende estendere a detti soggetti una serie di obblighi e divieti che già valgono per i concessionari dello Stato”, e li assoggetta a un regime fiscale particolamente oneroso. Per determinare la base imponibile, infatti, si utilizza la media  provinciale della rete legale, moltiplicata per tre volte. In questo modo si arriva a una base imponibile di 1,2 milioni, e calcolando che i punti disseminati sul territorio sono circa 7mila, “si ottiene un potenziale gettito pari a circa 672 milioni di euro; esso viene, ridotto, per ragioni di cautela, ad un importo di 600 milioni di euro”. Un previsione che però appare “eccessivamente ottimistica”. Infatti, “non è chiaro in quale misura la RT faccia affidamento sull’adesione spontanea di un considerevole insieme di soggetti (circa 7.000)”. Inoltre, “Appare comunque quanto meno improbabile che si verifichi una piena adesione già dal primo esercizio. Non considera poi possibili variazioni in diminuzione della platea dei soggetti interessati nel tempo”. Insomma, la stima dei 600 milioni “sembra rappresentare un traguardo ottimale al quale tendere a regime, piuttosto che un ammontare di gettito sul quale poter fare affidamento a partire dal primo esercizio”. (segue) rg/AGIMEG