Giochi, Rusciano (avv. As.Tro): “Via slot da bar e tabacchi è proposta fallimentare per contrasto illegalità e prevenzione ludopatia”

“Nel gioco chi produce costantemente nuovi malati di G.A.P. (impedendo al gioco lecito e controllato di lavorare) afferma che le misure adottare per restringere o espellere il gioco legale sono “buone proprio” per combattere il G.A.P.”. Lo rileva l’Avvocato Isabella Rusciano, dello staff legale di As.Tro, sottolineando che “su questo “percorso di logica impervia” si colloca la proposta del sottosegretario al Mef di bandire le new slot da tutti i locali generalisti, per concentrarli solo nelle sale dedicate, ma non nelle attuali, bensì in un futuro numero di ambienti dedicati pari a 2-3 volte gli esistenti (per bilanciare l’eliminazione di un circuito con l’estensione dell’altro), augurandosi altresì che i 18 milioni di persone che non sono mai entrate a contatto con il “gioco professionale e dedicato” affluiscano nei mini-casinò (al fine di mantenere l’utenza di gioco). Logica “complessa”, dal fallimento “statisticamente” prevedibile sotto il profilo della tutela della legalità sul territorio, e della prevenzione al G.A.P.”. Nelle sue considerazioni, l’avvocato Rusciano cita “l’emblematico” caso della Norvegia, dove “a decretare la “erroneità” della scelta abolizionista non sono degli osservatori interessati, ma la stessa Autorità locale a cui si deve la scelta di vietare il “gioco diffuso tramite apparecchi” per concentrarlo esclusivamente su un numero ridotto di videoterminali  (le nostre VLT)”. In Italia “succede lo stesso nei territori in cui le normative restrittive sono state introdotte (all’installazione e all’operatività degli apparecchi legali), prime tra tutte Alto Adige, Liguria, Lombardia, ma in luogo “di evidenziare” l’errore, la politica già artefice delle limitazioni rivendica la bontà delle scelte localmente assunte, evidenziando che solo la “nazionalizzazione” delle loro misure (e quindi l’abolizionismo su scala nazionale) potrebbe “attivare” l’efficacia delle restrizioni. Neppure il “fallimento” del Paese “icona” della lotta alle slot ha sortito effetti “revisionisti”, confermando l’Italica propensione a difendere ciò che è sbagliato semplicemente negando l’errore ed accusando chi lo eccepisce di insensibilità verso “il dramma” dei malati di gioco. Un dato tuttavia si impone: nel momento in cui tutto il nord (est-ovest) d’Italia (tranne la Valle D’Aosta) è oramai interessato da restrizioni orarie e/o metriche all’installazione e all’esercizio delle new slot (cui si abbinano realtà territoriali importanti dell’Emilia Romagna, la Regione Toscana, l’Umbria, l’Abruzzo, la Puglia), come è possibile che neppure “un” malato gioco in meno sia stato “evidenziato” e che ogni giorno si “celebri ovunque” l’estensione epidemiologica del G.A.P.?”. dar/AGIMEG