dal nostro inviato a Milano – I punti chiave della legge sui giochi della Lombardia, l’obiettivo ultimo di eliminare totalmente le slot dalle attività commerciali ed i possibili punti di incontro con il Governo. Sono alcune delle dichiarazioni rilasciate ad Agimeg da Fabio Rolfi, presidente della Commissione Sanità e relatore della legge regionale della Lombardia di contrasto alla ludopatia, a margine della conferenza “No slot, l’azzardo non è un gioco”.
Cosa dovrebbe fare il Governo per il riordino dei giochi?
Pensavamo all’idea di estendere le distanze minime in tutta Italia sul modello lombardo. Quindi 500 metri lineari da ogni luogo sensibile. Pensavamo anche di fare in modo che il gioco lecito venisse vincolato a dei luoghi dedicati, sul modello francese e porre fine all’accesso a slot e punti gioco in attività economiche che non sono nate per questo, tabaccherie e bar per esempio.
Relegarle in un luogo chiuso, non può essere più rischioso?
Sale dedicate e luoghi preposti al gioco innanzitutto consentono di controllare chi entra e poi sono strutture che devono rispondere ad una serie di criteri anche autorizzativi. All’estero, ad esempio in un grande centro del gioco come Las Vegas, c’è un controllo ferrato in queste sale e ci si riesce anche ad accorgere ai primi sintomi del disagio dei giocatori. Questo non avviene in tabaccheria, negli autogrill o al centro sportivo. Nella nostra legge abbiamo cercato di introdurre alcuni passaggi di questa natura, come ad esempio la formazione per gli esercenti. E’ una cosa che sta andando avanti e sta avendo un’attuazione in alcune aree positiva. Ha però il vizio d’origine di essere una norma regionale e se ci fosse una norma nazionale sarebbe diverso.
Ma alcune norme sono contenute nella proposta presentata dal Governo.
C’è un’applicazione governativa che è sbagliata. Parlano di sale A e sale B e non risponde a quella che è la nostra proposta. Perché avendo questi due tipi di sale significa anche avere attività commerciali, e non solo sale giochi quindi, dove le slot possono essere presenti. Quello che invece abbiamo noi in mente è una progressiva e totale eliminazione delle slot dalle attività commerciali.
Un confronto con l’estero. Pensa che la situazione italiana sia diversa per qualche ragione, ad esempio normativa o culturale e quindi richiede una gestione diversa?
Ci sono dati che dicono che l’Italia è tra i primi paesi al mondo nel settore dei giochi, addirittura il primo nel gioco online. C’è prima di tutto un problema culturale di una non adeguata formazione al gioco, ma soprattutto qui in Italia l’accesso al gioco, soprattutto per quanto riguarda le slot, è diffuso ovunque. Noi non siamo proibizionisti però l’approccio e l’accesso al gioco deve avvenire attraverso canali dedicati. lp/AGIMEG