Giochi: Osservatorio giovani Nomisma. Giocano di più i ragazzi, al Sud e con scarso rendimento in matematica

La propensione al gioco non è uniforme e varia per tipologia di gioco, genere e contesto sociale e familiare degli studenti. E’ quanto emerge da Young Millennials Monitor, un osservatorio di Nomisma dedicato al monitoraggio di opinioni, attitudini, stili di vita dei giovani tra i 14 e i 19 anni. Vi sono alcuni fattori che incidono sulla propensione al gioco: innanzitutto il genere. L’incidenza del gioco è sensibilmente maggiore tra i ragazzi (63% rispetto al 43% delle ragazze). Altri fattori incisivi sono: area geografica, età, tipo di scuola frequentata e background familiare. La propensione al gioco è maggiore nel Sud-Isole (64% dei giovani gioca vs il 43% al Nord), per i maggiorenni (61% contro il 51% dei minorenni), negli istituti tecnici e professionali (rispettivamente 60% e 59% vs 49% dei licei) e nelle famiglie in cui vi è un’abitudine al gioco (65% vs 10% in famiglie non giocatrici). Oltre alle motivazioni sociali, l’interesse per il gioco è legato all’incapacità di valutare la struttura probabilistica della possibile vincita. La propensione al gioco è infatti direttamente correlata al rendimento scolastico in matematica: la quota di giocatori raggiunge il 68% tra chi ha un rendimento insufficiente , mentre è pari al 50% tra chi ha votazione superiore a 8 decimi. Dalla ricerca Young Millennials Monitor Nomisma emerge una fascia di giocatori per la quale il rapporto con il gioco assume contorni più critici, con implicazioni negative sulla vita quotidiana e sulle relazioni familiari: il 29% dei giovani giocatori ha nascosto o ridimensionato le proprie abitudini di gioco ai genitori, il 4% ha derogato impegni scolastici per giocare, mentre il gioco ha causato discussioni con familiari/amici o problemi a scuola nel 7% dei giocatori, spiega la ricerca. rg/AGIMEG