Giochi, Orlando (min. Giustizia): “Con depenalizzazione reati, azzardo escluso, risolto problema espansione diritto penale”

“Con il decreto legislativo 15 gennaio 2016, n. 8, la sanzione di natura penale dell’arresto fino ad un mese o dell’ammenda da euro 10 a euro 206, prevista dall’articolo 726 codice penale per gli atti contrari alla pubblica decenza, è stata trasformata in sanzione amministrativa (essendo divenuto amministrativo l’illecito), con un minimo di euro 5.000 e un massimo di euro 10.000. Le disposizioni contemplate nel decreto legislativo citato, tra le quali quella sulla depenalizzazione della sopra indicata fattispecie, hanno dato attuazione alla delega parlamentare, di cui alla legge 28 aprile 2014, n. 67, recante « Deleghe al Governo in materia di pene detentive non carcerarie e di riforma del sistema sanzionatorio. Disposizione in materia di sospensione del procedimento con messa alla prova e nei confronti degli irreperibili ». Il Governo è stato, pertanto, delegato dal Parlamento ad adottare uno o più decreti legislativi per la riforma del sistema sanzionatorio, nel rispetto di determinati principi e criteri direttivi (articolo 76 della Costituzione), tra i quali rientra anche la previsione di trasformare in illeciti amministrativi tutti i reati, per i quali è prevista la sola pena pecuniaria della multa o dell’ammenda (ad eccezione di alcune materie che restano sanzionate penalmente: edilizia e urbanistica; ambiente, territorio e paesaggio; alimenti e bevande; salute e sicurezza nei luoghi di lavoro; sicurezza pubblica; giochi d’azzardo e scommesse; armi ed esplosivi; elezioni e finanziamento ai partiti; proprietà intellettuale e industriale) ed alcuni reati contemplati dal codice penale, relativi a fatti ritenuti di minore offensività, il cui bene-interesse può ritenersi adeguatamente tutelato anche mediante il ricorso alla sanzione amministrativa”. E’ quanto afferma in Aula alla Camera il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, rispondendo ad un’interrogazione presentata dal deputato Lacquaniti (Pd) sugli effetti della depenalizzazione di alcuni reati. “Al Governo – prosegue il ministro – è stata, dunque, demandata l’attuazione dei decreti legislativi secondo i principi e i criteri direttivi stringenti contenuti nella legge di delegazione delle Camere, che individuano le modalità da seguire e gli obiettivi da realizzare, delimitando il margine di manovra riservato all’esecutivo. La strategia di riduzione dell’area del penalmente rilevante, che è realizzata con l’intervento normativo oggetto della presente interrogazione tramite lo sfoltimento del sistema delle incriminazioni sulla base di criteri razionali (cosiddetta depenalizzazione « in astratto »), ha inteso ovviare alla evidente e attuale criticità connessa a una espansione ipertrofica del diritto penale, che rischia di determinare effetti particolarmente insidiosi, consistenti, da un lato, nello svilimento della serietà che occorrerebbe, invece, riconoscere alla pena e al ricorso ad essa, dall’altro, nella circostanza che l’eccesso di prescrizioni provoca inevitabilmente disorientamento e acutizza il problema della conoscibilità delle norme penali da parte dei cittadini: la possibilità di incorrere nella commissione di un reato finisce, invero, col dipendere sempre più dal caso, aggravando in tal modo la perdita di legittimazione dell’intervento punitivo medesimo”. dar/AGIMEG