Scommesse, operazione “Gambling”: Cassazione conferma custodia cautelare indagato “per condotta intimidatoria scaturente da sodalizio mafioso”

 “La condotta commessa, ovvero l’aver svolto compiti di diffusione dei siti e dei brand dell’associazione e l’aver gestito centri di scommesse on line, si nutre della forza intimidatoria scaturente dal sodalizio mafioso”. Con questa motivazione la Seconda sezione penale della Corte di Cassazione ha confermato la custodia cautelare in carcere nei confronti di uno degli indagati dell’Operazione Gambling. La Suprema Corte ricorda come “la misura cautelare della custodia in carcere” è stata emessa “in ordine al reato di associazione a delinquere, aggravata nella duplice declinazione della finalità e del metodo, avente ad oggetto il delitto di esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse e gli ulteriori reati, ovvero quello di truffa aggravata ai danni dello Stato, omessa dichiarazione dei redditi ed IVA, in materia di intestazione fittizia, riciclaggio e reimpiego dei proventi di delitto, commesso in concorso con altri soggetti. In particolare, strutturavano l’organizzazione secondo una catena gerarchica che dai capi, promotori e costitutori, era impegnata: sul territorio estero per l’acquisizione delle licenze, la gestione amministrativa e finanziaria, la predisposizione dei server e dei software, la manutenzione, lo sviluppo e l’aggiornamento tecnico-informatico; sul territorio nazionale, invece, per la diffusione commerciale dei brand gestiti dall’organizzazione, la raccolta fisica del denaro, il trasferimento all’estero, la concessione di fidi alle singole sale giochi e scommesse, la risoluzione di problematiche tecniche-informatiche, la stipula di alleanze grazie alle quali, l’organizzazione, infiltrandole, si giovava del contributo e delle strutture informatiche (…). Va, pertanto, rigettato il ricorso”. cr/AGIMEG