La Commissione europea non è in grado di commentare l’efficacia degli Stati membri nel tassare il gioco d’azzardo online, né di suggerire delle ‘best practices’ sul tema. E’ questa in estrema sintesi la risposta del Commissario europeo per gli Affari economici e monetari, Pierre Moscovici, all’interrogazione presentata dall’europarlamentare Nikolaos Chountis (Sinistra Unitaria Europea) che chiedeva “se esistono delle ‘best practices’ per tassare le scommesse online” e “quali sono gli Stati membri che hanno affrontato la tassazione in questo settore in modo più efficace”. Nel testo della sua risposta Moscovici ricorda che il lavoro della Commissione si concentra sul gioco d’azzardo online “dato l’inerente carattere transfrontaliero del settore. La politica sul gioco d’azzardo della commissione è costruita intorno a iniziative fondamentali stabilite nella sua comunicazione 2012: la conformità dei quadri regolamentari nazionali con il diritto comunitario; migliorare la cooperazione amministrativa e l’applicazione efficace; tutela dei consumatori, dei minori e dei gruppi vulnerabili; prevenire le frodi e il riciclaggio di denaro; salvaguardare l’integrità dello sport e la prevenzione delle partite truccate. L’articolo 135 della direttiva sull’Iva prevede un’esenzione sulle ‘scommesse, lotterie e altri giochi d’azzardo, alle condizioni e limiti stabiliti da ciascuno Stato membro’, lasciando molta discrezionalità agli Stati membri che possono decidere se le attività di gioco d’azzardo sono esenti da Iva, a condizione che il principio di neutralità fiscale sia rispettato. La crescita dell’importanza dei canali online e mobile ha portato molte giurisdizioni europee che regolano le scommesse con diversi gradi di successo. I modelli esistenti per la tassazione delle scommesse online non sono stati valutati dalla Commissione. Di conseguenza, la commissione non è né in grado di suggerire una buona pratica né di commentare l’efficacia degli Stati membri nel tassare il gioco d’azzardo online”. dar/AGIMEG