I nodi vengono sempre al pettine. Gli interventi in materia di gioco hanno fatto già scattare l’allarme al Mef. I primi due mesi del 2020 hanno infatti inviato segnali preoccupanti per quanto riguarda le entrate erariali. L’introduzione della tessera sanitaria per le vlt e la nuova tassazione sulle vincite di importo minimo di 200 euro, con il pesante fardello dell’allarme Coronavirus, hanno già sferrato un duro colpo all’Erario visto che solo a gennaio il crollo delle entrate da segmento delle vlt ha superato il 30%. L’aumento del Preu non basterebbe infatti a contrastare i mancati incassi, tant’è che il Messaggero ipotizza possibili perdite nel 2020 per l’Erario di circa 800 milioni di euro. L’allarme ha subito coinvolto i vertici del Mef, con in prima linea il Ministro Gualtieri che avrebbe deciso di puntare su un Baretta-bis per quanta riguarda la delega ai giochi. Il sottosegretario, a quanto risulta ad Agimeg, avrebbe dato la sua disponibilità rimettendosi alle decisioni del Ministro. La scelta di Baretta, anche se ufficialmente non confermata, dovrebbe essere la prima mossa del Governo per cercare una soluzione all’emorragia di entrate e sistemare l’annoso problema della riforma dell’intero comparto dei giochi. Ricordiamo che quasi un anno fa il Consiglio di Stato aveva invitato il MEF a riprendere il percorso aperto con l’intesa Stato-Regioni portata avanti da Pierpaolo Baretta nel 2017. Sulla questione era intervenuto proprio l’attuale sottosegretario dichiarando ad Agimeg che: “Quello che andrebbe fatto è riprendere il confronto con le Regioni per arrivare a completare il lavoro che avevamo iniziato e dare certezze al settore. L’idea che si possa arrivare a soluzioni su argomenti così complicati senza compromessi, è una cosa che non può stare in piedi. Quella soluzione era un compromesso che teneva conto delle diverse esigenze e forse l’errore che abbiamo fatto, ed è quello che il Consiglio di Stato evidenzia, è che dovevamo poi mettere in pratica la cosa con i relativi decreti attuativi. Ma ormai eravamo nella fase conclusiva della Legislatura. Resto però convinto che quell’accordo era una soluzione che poteva anche essere ripresa in un confronto successivo per essere ulteriormente migliorata e dare delle risposte concrete. Ricordo che avevamo ridotto del 30% le slot, dando però anche un equilibrio al mercato”. lp/AGIMEG