“Consentire l’abilitazione della procura della Corte dei conti a porre in essere tutte le attività necessarie all’effettiva riscossione dei crediti, al fine di permettere alla casse delle pubbliche amministrazioni di rientrare in possesso, in tempi brevi, dei capitali defraudati dal personale corrotto”. Lo chiedono cinque deputati del gruppo Misto in un’interrogazione a risposta scritta rivolta alla presidenza del Consiglio e ai ministri della Pubblica amministrazione, della Giustizia e dell’Economia. Nel testo i parlamentari evidenziano che “durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2016 il procuratore generale della Corte dei conti ha illustrato alcuni dati per il quinquennio 2011-2015: condanne per 3,7 miliardi di euro in primo grado e 646 milioni in appello, mentre nelle casse degli enti pubblici sono entrati soli 213 milioni. Ad influenzare i dati sopra riportati, rientra anche la maxi condanna pronunciata contro i gestori di slot machine che non avevano collegato le macchine al sistema di controllo dei Monopoli e così i 2,4 miliardi di euro chiesti nel 2012 dalla sezione giurisdizionale del Lazio, si sono assottigliati tra il condono dato nel 2013 e la riforma in appello giunta l’anno dopo, per chi non aveva aderito alla «definizione agevolata»”. dar/AGIMEG