Manca poco più di un mese al 30 aprile, scadenza stabilita dalla legge di Stabilità 2016, entro cui in sede di Conferenza unificata Stato, Regioni ed enti locali devono essere definite “le caratteristiche dei punti vendita dove si raccoglie gioco pubblico, nonché i criteri per la loro distribuzione e concentrazione territoriale, al fine di garantire i migliori livelli di sicurezza per la tutela della salute, dell’ordine pubblico, della pubblica fede dei giocatori e dei soggetti economici e prevenire il rischio di accesso dei minori di età”. La data del 24 marzo per iniziare ad affrontare il tema si è rivelata, come aveva anticipato ad Agimeg il sottosegretario Baretta, prematura. Durante l’incontro di ieri in via Parigi infatti non è stato affrontato il tema gioco. Eppure salvo convocazioni straordinarie secondo il calendario delle prossime sedute della Conferenza delle Regioni, l’unico appuntamento utile per ratificare l’intesa sarebbe quello del 14 aprile. Baretta è convinto che la scadenza del 30 aprile “è una data calibrata, farò di tutto affinché venga rispettata”. Il sottosegretario ha sempre ribadito la necessità di procedere ad un riordino del settore, partendo proprio dai principi della delega fiscale mai attuata. La sua ricetta prevede di “ridurre l’offerta di gioco e razionalizzarla; inasprire le regole e le pene contro il gioco illegale; Il settore va regolamentato, non mi stanco di ripetere che ci sono troppi concessionari e troppi gestori”. Una ricetta che ha già accolto il plauso dell’assessore al Bilancio della Regione Lombardia, Massimo Garavaglia, coordinatore della commissione Affari finanziari della Conferenza delle Regioni, che sta seguendo la trattativa tra Stato ed enti locali: “il governo sta lavorando a un testo per la riduzione degli apparecchi sul territorio, in linea con quanto prevedeva la delega fiscale”. Dall’incontro di Milano in cui è stato presentato il Manifesto delle Regioni per il contrasto al gioco d’azzardo patologico, “siamo in contatto con il sottosegretario Baretta e lavoriamo per rispettare la scadenza del 30 aprile: per ora, non si è ancora parlato del criterio da adottare per la riduzione del numero delle slot”. Oltre alla commissione Affari finanziari, anche la commissione Sanità sta lavorando sul tema. Il presidente Antonio Saitta ha infatti confermato che “la commissione è tuttora impegnata in una ricognizione sulle leggi regionali sul gioco, per analizzare eventuali criticità” e che terrà una nuova riunione dopo le festività pasquali. Il lavoro degli enti locali si intreccia con quello del Parlamento. In Senato la commissione Finanze ha ripreso l’esame del disegno di legge Mirabelli (Pd) che provvede al riordino del comparto del gioco pubblico italiano sia da un punto di vista fiscale che normativo: “dovrà essere un punto di partenza, e per questo è modificabile. Una delle ragioni principali del riordino è che va molto migliorata la legislazione contro il gioco illegale, contro i rischi del riciclaggio e delle infiltrazioni criminali”. La commissione Finanze ha in programma un ciclo di audizioni di tutti i soggetti coinvolti: Sogei, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Federserd, le associazioni che si occupano di dipendenza, i concessionari, i gestori, le rappresentanze dei Comuni e delle Regioni, il movimento No-Slot, ma anche alcuni ricercatori esperti sul tema”. Nel frattempo la commissione parlamentare Antimafia ha creato un Comitato ristretto sulle Infiltrazioni mafiose nel gioco lecito e illecito che attraverso una serie di audizioni sta preparando una relazione da trasmettere alla commissione Finanze per cercare di arginare il fenomeno dell’illegalità. Secondo quanto apprende Agimeg, il Comitato avrebbe convocato – con ogni probabilità per giovedì 14 aprile – i rappresentanti dell’Anci e della Conferenza delle Regioni. Governo e Parlamento sanno bene che il contributo degli enti locali è prezioso per regolamentare il settore e stanno cercando su più fronti di unire le sinergie e cercare, seppur in extremis, di rispettare la dead line del 30 aprile. dar/AGIMEG